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Addebito circoli Marina Militare: dal 2011 al 2022 senza autorizzazione degli interessati. 400 militari hanno richiesto la restituzione delle somme

I senatori Marton, Pirro e De Rosa hanno presentato un’interrogazione al Ministro della Difesa in merito alla situazione degli enti circoli della Marina Militare, concentrandosi in particolare sulle buste paga. Essi hanno notato la presenza di una voce di addebito che annovera tra le “altre ritenute” la seguente dicitura: “circoli MM quota sottufficiali” o “circoli MM quota ufficiali”. Tuttavia, non è stato possibile trovare un’autorizzazione esplicita da parte dei militari a favore dell’ente Circoli o dell’amministrazione militare che giustifichi questo prelievo obbligatorio. La domanda posta dal trio di senatori riguarda quindi l’esistenza di un accordo tra i militari e gli enti circoli, o se si tratti di una pratica illegittima.

In particolare la fonte normativa – sottolineano i senatori – di tale obbligo di contribuzione era data dal regio decreto n. 1935 del 1937, che ha costituito l’ente “Circoli della Regia Marina”, approvandone lo statuto, il cui art. 26 disponeva che: “I soci ordinari sono tenuti al versamento di una quota mensile”. L’intero regio decreto n. 1935 (e dunque, anche l’art. 26 citato che era la fonte dell’obbligo di contribuzione) è stato abrogato dall’allegato al decreto del Presidente della Repubblica n. 248 del 2010, con decorrenza dal 10 febbraio 2011.

sebbene gli artt. da 1829 a 1834 del decreto legislativo n. 66 del 2010 abbiano ridisegnato la disciplina degli interventi di protezione sociale in favore del personale militare e civile delle forze armate e dei familiari non vi è alcuna di tali previsioni normative che, successivamente all’entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica n. 248 del 2010, preveda l’imposizione di quota mensile a carico del predetto personale militare.

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Secondo i senatori l’obbligo di contribuzione posto a carico del personale della Marina militare si traduce in una prestazione imposta, come tale illegittima e contrastante con la previsione di cui all’articolo 23 della Costituzione, ovvero, per le modalità con le quali il prelievo è operato forzosamente da militari in danno di altri militari, in violazione dell’articolo 235 del codice penale militare di pace e degli articoli 323 e 646 del codice penale.

Il Partito per la tutela dei diritti dei militari a seguito dell’acquisizione dei bilanci consuntivi dell’ente Circoli, relativi al triennio 2019-2021, ha indicato in 5.809.866 euro l’importo complessivo delle quote associative riscosse dall’amministrazione militare sulle competenze mensili del personale militare interessato e stimato in circa 13,234 milioni di euro il prelievo forzoso operato dalla medesima amministrazione nel periodo compreso tra il 10 febbraio 2011 e il 31 dicembre 2018.

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il decreto-legge n. 115 del 2022, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 142 del 2022, recante “Misure urgenti in materia di energia, emergenza idrica, politiche sociali e industriali”, a far data dal 22 settembre 2022, con l’articolo 37-bis (“Disposizioni in materia di Ente circoli della Marina militare”) ha introdotto nel codice dell’ordinamento militare (decreto legislativo n. 66 del 2010) l’articolo 131-bis che, a palese conferma della mancanza, fino al 21 settembre 2022, di qualsivoglia norma impositrice dell’obbligatorietà del pagamento della quota destinata all’ente, al comma 2 ha disposto che, a far data dall’entrata in vigore della norma, 22 settembre 2022: “I soci ordinari versano una quota mensile di importo determinato con decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze”. Il previsto decreto interministeriale non risulta essere stato ancora emanato.

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l’intervento normativo, introdotto ad hoc dal legislatore in sede di conversione in legge del decreto-legge n. 115 del 2022, dimostra oltre ogni dubbio che nel periodo di tempo compreso tra il 10 febbraio 2011 e il 21 settembre 2022 i prelievi di denaro effettuati dalla Marina militare sulle competenze mensili dei sottufficiali e degli ufficiali della forza armata e del Corpo delle Capitanerie di porto sono stati disposti ed effettuati in violazione delle norme al tempo vigenti e comunque senza che a monte vi fosse stata una specifica autorizzazione da parte del personale assoggettato al prelievo forzoso.

Agli interroganti risulta che già oltre 400 militari abbiano chiesto inutilmente la restituzione delle somme illegittimamente prelevate dalle loro competenze mensili.

Potrebbe essere, dunque, il caso di considerare come la gestione delle risorse degli enti circoli della Marina Militare venga sottoposta a un’indagine più approfondita da parte del Ministero della Difesa, al fine di stabilire la legittimità di questi prelievi e garantire una maggiore trasparenza e giustizia nella gestione delle finanze dei militari restituendo quanto indebitamente prelevato.

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