Carabinieri

ABBRACCIO TRA CARABINIERI E RAGAZZI: “SE IL CARABINIERE CI FACEVA ACCENDERE IL FUOCO NON SI FACEVA MALE”

Una timida stretta di mano per rompere il ghiaccio. Poi un abbraccio. Bambini e adolescenti di piazza del Mercato incontrano i carabinieri a due giorni dal lancio di molotov per accendere i roghi in strada e dallo scontro a distanza con i militari che hanno cercato di impedire i falò. E’ tradizione per gli scugnizzi accatastare legna in alcuni vicoli e piazze della città e appiccare un fuoco.

“Ci dispiace che ti sia fatto male” dicono all’appuntato Francesco Ciancarella, caduto mentre inseguiva uno scugnizzo, “ma il fuoco di Sant’Antonio è una tradizione, lo facciamo ogni anno”. Si avvicina anche Genny, 14 anni. E’ il ragazzo sfuggito all’appuntato due sere fa e afferma con un sorriso impertinente: “Ci dispiace, però se il carabiniere ci faceva accendere il fuoco non si faceva male”.

I militari scherzano con il gruppo di scugnizzi che conoscono da tempo. “Fa un effetto strano il fatto che siano venuti qui per chiedere scusa – afferma Ciancarella – anche se a me non servivano personalmente perché domani avrei riso e scherzato come sempre con loro”. Quest’anno i giovani del quartiere avevano chiesto al Comune, attraverso l’associazione “Assogioca” di Gianfranco Wurzburger, il permesso di accendere un falò in sicurezza coinvolgendo vigili del fuoco e istituzioni.

“Ma non abbiamo ricevuto risposta e allora ci siamo organizzati da soli” spiegano. I carabinieri li lasciano con una promessa: una partita di pallone in piazza, proprio lì dove avevano accatastato la legna per il cosiddetto “fuocarazzo”.

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