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Nomina Aisi, corsa a due per il dopo Parente

C’è fibrillazione nei palazzi romani per la scelta del nuovo direttore dell’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna (Aisi). Mario Parente, che guida l’Agenzia da ormai otto anni, è in scadenza e considerando l’imminente appuntamento del G7 in Puglia a giugno, il governo intende prendere presto una decisione.

La poltrona sarà liberata da Parente il 16 giugno ed è molto ambita e nelle stanze di potere si confrontano le ipotesi sul possibile sostituto. L’intenzione dell’esecutivo sembra essere quella di promuovere una figura interna alle Agenzie di intelligence. In questo senso, i nomi in pole position sarebbero quelli del vice direttore dell’Aisi, Giuseppe Del Deo, e del vice direttore del Dis, Bruno Valensise.

Del Deo vanta una lunga carriera nel comparto di intelligence, iniziata nel 2005 al SISDE. Qui è rimasto fino al 2008, quando è passato all’Aisi dove ha ricoperto incarichi amministrativi e operativi, diventando infine capo del reparto economia e finanza. Nel 2013 è stato scelto da Parente come suo vice all’Agenzia. Valensise ha invece maturato esperienza sia all’Aisi che al Dis, dove dal 2019 ricopre il ruolo di vicedirettore.

Nell’Arma intanto le agitazioni sono tante e il clima di incertezza si fa sentire. La scelta per l’Aisi potrebbe allentare la tensione, lanciando un segnale di fiducia del governo nei confronti del corpo.

Tra i nomi dei generali dei carabinieri che circolano con insistenza per la guida dell’Aisi vi è anche quello del Generale Salvatore Luongo, attualmente comandante dell’Interregionale dei Carabinieri “Podgora”, che però secondo alcune indiscrezioni sarebbe gradito al ministro Guido Crosetto per la nomina di comandante generale dell’Arma.

Il dopo Luzi, infatti, è un’altra data scottante. Sebbene qualcuno parli di novembre 2024 come scadenza naturale, c’è chi la dà per anticipata.

Da sottolineare poi come dal 2008 l’Aisi sia stata ininterrottamente guidata da generali dell’Arma dei Carabinieri: Giorgio Piccirillo (2008-2012), Arturo Esposito (2012-2016) e l’attuale Mario Parente (2016-in carica). Spezzare questa tradizione rappresenterebbe un messaggio dirompente da parte di Giorgia Meloni, escludendo di fatto l’Arma dallo spoil system del governo.

Spoil System

Vero è che nell’ordinamento italiano dovrebbe vigere il merit system come previsto dalla Costituzione, ma la realtà spesso è ben diversa. La politica tende ad applicare quello “spoil system” mutuato dall’esperienza anglosassone, che prevede la sostituzione dei vertici delle amministrazioni al cambio di governo. In questo gioco di alchimie e pressioni, a rimetterci è proprio quel merito che dovrebbe essere elemento imprescindibile nella scelta dei vertici.

Insomma, qualunque sia il nome che sarà indicato, la nomina avrà un peso specifico. Perché segnare una linea di continuità con la tradizione dell’Arma oppure spezzarla? E fino a che punto sarà possibile premiare il merito rispetto agli equilibri di potere? Mantenere buoni rapporti con un’istituzione chiave come i Carabinieri o mandare un messaggio di autonomia?

Queste e altre sono le domande alle quali dovrà dare risposta Meloni con la sua scelta. Una decisione che oltre a ridisegnare gli assetti dell’intelligence italiana, peserà sugli equilibri interni al governo e sui suoi margini di manovra futuri. Con il G7 in avvicinamento, il tempo stringe e tra le stanze dei bottoni ferve il confronto. Presto sapremo chi prenderà le redini dell’Aisi dopo l’era Parente.

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