Trump promette di porre fine al conflitto in poche settimane con un accordo segreto con Putin. Ma a quale prezzo?
Trump e la promessa di porre fine alla guerra in Ucraina
Con il suo ritorno alla Casa Bianca, Donald Trump ha rilanciato la sua promessa di chiudere rapidamente il conflitto in Ucraina. Secondo lui, la guerra non sarebbe mai iniziata se fosse rimasto presidente e ora, con il potere di agire, dichiara di avere un piano per porre fine alle ostilità. Ma quale piano? Trump afferma di aver già discusso con Vladimir Putin, mentre i suoi emissari avrebbero il mandato di negoziare un accordo con la Russia nel giro di poche settimane. Tuttavia, nessun dettaglio concreto è stato reso pubblico e il rischio di un’intesa al ribasso appare sempre più evidente.
Il rischio di una pace imposta dall’alto
Le preoccupazioni principali riguardano il ruolo degli ucraini e degli europei in queste trattative. Alla recente Conferenza sulla sicurezza di Monaco, è emerso con chiarezza che l’Ucraina viene sempre più trattata non come un alleato, ma come un protettorato americano. Gli Stati Uniti sembrano determinati a chiudere il conflitto trattando direttamente con Mosca, senza concedere a Kiev e all’Europa un ruolo di primo piano. Questo potrebbe tradursi in un riconoscimento de facto delle conquiste territoriali russe, un esito che sancirebbe la sconfitta diplomatica dell’Occidente.
Le implicazioni geopolitiche di una trattativa bilaterale USA-Russia
Se gli ucraini e gli europei saranno esclusi dai colloqui, Putin potrebbe ottenere significativi vantaggi:
- Il riconoscimento delle conquiste territoriali russe.
- L’impunità per i crimini di guerra commessi durante l’invasione.
- La possibilità di influenzare la politica interna ucraina, trasformandola in uno stato satellite di Mosca.
D’altra parte, le sanzioni occidentali stanno funzionando e la Russia affronta un crollo economico sempre più probabile. Le perdite umane e materiali di Mosca sono ingenti, e l’esercito ucraino ha dimostrato di poter infliggere gravi danni senza compromettere le proprie difese. Tuttavia, l’attuale strategia russa sembra puntare su un armistizio favorevole, per poi riprendere le ostilità quando la situazione lo permetterà.
L’Europa tra marginalizzazione e scelte cruciali
Le dichiarazioni del vicepresidente J.D. Vance a Monaco sono state un segnale inequivocabile: l’Europa non è più un interlocutore strategico, ma solo un contribuente. Se Trump e Putin siglano un’intesa senza coinvolgere l’UE, il Vecchio Continente rischia di dover:
- Garantire militarmente i confini decisi da Washington e Mosca.
- Finanziare la ricostruzione dell’Ucraina senza aver voce in capitolo.
- Affrontare da sola le future ambizioni espansionistiche russe.
Quale futuro per l’Unione Europea?
L’UE si trova a un bivio: accettare una posizione marginale o assumere un ruolo più autonomo e deciso. Alcune mosse strategiche potrebbero includere:
- L’utilizzo dei 300 miliardi di asset russi congelati per finanziare la difesa e la ricostruzione dell’Ucraina.
- Un inasprimento delle sanzioni economiche contro Mosca.
- La creazione di una forza di difesa comune europea, riducendo la frammentazione degli eserciti nazionali.
- Una riforma della governance UE che superi il vincolo dell’unanimità in politica estera e difesa.
Una partita ancora aperta
La posta in gioco non riguarda solo l’Ucraina, ma l’intero equilibrio mondiale. Un’Europa passiva rischia l’irrilevanza geopolitica, mentre una risposta decisa potrebbe ribaltare i piani di spartizione orchestrati da Trump e Putin. Il futuro dell’UE dipenderà dalla capacità dei suoi leader di prendere decisioni coraggiose per difendere i valori democratici e la sicurezza del continente.
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