Via la Polizia dal mare
Ciò di cui si parlava da anni è accaduto: con Decreto divenuto operativo il 10 dicembre 2019, il Capo della Polizia ha disposto la soppressione delle squadre nautiche della Polizia di Stato, previsto dalla “Riforma Madia”. Tale riforma, ha operato una razionalizzazione dei servizi di polizia in mare prevedendo la soppressione (salvo specifici casi), dei servizi navali dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia di Stato e della Polizia Penitenziaria, lasciando il controllo del mare al Corpo della Guardia di Finanza, fatte salve “le attribuzioni assegnate dalla legislazione vigente al Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera”.
Visti gli organici ed i mezzi dei due Corpi dello Stato, ma anche la diversa distribuzione territoriale dei rispettivi Comandi (poche decine contro circa trecento), l’utente del mare ha sicuramente maggiori probabilità di interfacciarsi con uomini e mezzi delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera. Ciò significa che il personale del Corpo sarà chiamato ad essere, in molti casi, il primo – e spesso unico – organo con funzioni di polizia in mare, soggetto a rischi analoghi a quelli degli operatori appartenenti alla Pubblica Sicurezza, ma privo delle dotazioni e delle tutele riconosciuti a questi ultimi.
Ad oggi, gli uomini e le donne della Guardia Costiera operano “mutilati” della necessaria capacità giuridica per rispondere adeguatamente alla crescente domanda di sicurezza.
Il S.I.M. Guardia Costiera si è già attivato nelle sedi competenti per portare l’argomento all’attenzione del legislatore e far sì che, attraverso un adeguamento normativo ai mutati scenari, venga scongiurato questo pericolo per la collettività
(comunicato a cura Segreteria nazionale SIM Guardia Costiera).