Esteri

Ucraina, il ministro delle Finanze Marchenko: “La guerra c’è ancora”

Con più rifornimenti forse avremmo già vinto. Al Congresso Usa, i repubblicani si oppongono a nuovi aiuti all’Ucraina. “Il nostro futuro dipende dalle decisioni degli Stati Uniti e crediamo che l’amministrazione possa trovare una soluzione – dice al “Corriere della Sera” Serhiy Marchenko, ministro delle Finanze di Kiev -.

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Siamo a un momento decisivo, perché l’attenzione sull’Ucraina si sta spegnendo un po’ e noi vorremmo restare nell’agenda internazionale. La guerra contro la Russia c’è ancora, abbiamo bisogno di aiuto. Se perdessimo quello americano, lo scenario sarebbe drastico. Vorremmo evitarlo”. Poi spiega che differenza c’è fra il bilancio militare di Kiev e quello della Russia: “Il nostro del 2024 è di 40,7 miliardi di dollari, il loro di 115 miliardi. Noi spendiamo tutte le nostre entrate e tutti i prestiti interni per finanziare l’esercito e senza sostegni dall’estero dovremmo ridurre molte spese non militari. La Russia ha una chance di aspettare fin quando l’Ucraina non ce la farà più. Ma l’aiuto è nell’interesse dell’Occidente: se cade l’Ucraina, la Russia può attaccare altri Paesi”. “La spesa militare – aggiunge il ministro – è più del 50 per cento del bilancio pubblico, il 21 per cento del Pil nel 2024. Le nostre esigenze di aiuto dall’estero nel 2024 sono di 42,9 miliardi di dollari. Non è facile recuperare attività dopo aver perso quasi il 30 per cento del Pil nel 2022”.

Il timore è che la guerra in Medio Oriente possa distrarre gli occidentali dall’Ucraina: “Non possiamo evitarlo e sta già accadendo. Tutti i grandi media parlano solo di Medio Oriente e per noi è un segnale molto negativo. Ma è un effetto. La causa si trova anche in Ucraina: se ci fosse stata data una vera possibilità di vincere nel 2022, avremmo potuto evitare questa situazione in Medio Oriente”. “Gli Stati autoritari – argomenta il ministro – hanno guardato alla situazione in Ucraina e visto una chance per le loro ambizioni. Diffidano delle democrazie e per loro ora è il momento di mostrare che sono forti e resistenti”. L’Occidente è stato troppo lento nel mandare le armi: “Se nel 2022 avessimo avuto lo stesso livello di forniture che abbiamo ora, avremmo potuto vincere la guerra piuttosto rapidamente”. Nella sua finta telefonata, la premier Giorgia Meloni ha detto che c’è ‘stanchezza’ e va trovata una soluzione accettabile a entrambe le parti, senza violare il diritto internazionale: “Credo ai messaggi che stiamo ricevendo dai nostri partner: la garanzia che il sostegno all’Ucraina continuerà fin quando serve. Questo per noi conta di più di possibili discorsi all’aperto e scherzi telefonici. Certo che c’è stanchezza, è inevitabile. Ma i leader dell’Ue e del G7 accettano che ci sia sostegno fin quando l’Ucraina non vince questa guerra. E noi – conclude Marchenko – crediamo che il governo italiano sosterrà i fondi europei all’Ucraina e tutto ciò che serve. Contano i fatti, non solo le parole”.

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