Carabinieri

Ucciso da un colpo di pistola al poligono di tiro durante una gara: muore carabiniere. Perizie da rifare

Tutto (o quasi) da rifare: gli accertamenti tecnici sul luogo della tragedia dovranno essere ripetuti, per rispondere ad alcuni quesiti specifici che non hanno trovato soluzione al termine del dibattimento. Si parla del processo in corso a Brindisi sulla morte di un ufficiale dei carabinieri, il maggiore Giambruno Ruello, originario di Taranto, per lungo tempo in servizio a Brindisi e nel Salento e all’epoca dei fatti a Bari, avvenuta il 29 maggio 2016 a causa delle ferite da arma da fuoco riportate durante una gara di tiro dinamico a Oria.null

Nel giorno della requisitoria del pubblico ministero e delle conclusioni delle parti civili, ieri, il giudice monocratico Simone Orazio ha optato per un ulteriore approfondimento e ha disposto d’ufficio una perizia sulla dinamica dell’incidente, incarico affidato a un esperto di balistica, Enzo Magliocchetti di Roma. Il processo è stato quindi rinviato al 4 marzo prossimo. L’accusa è sostenuta dal pm Raffaele Casto. Gli imputati sono: il presidente dell’associazione sportiva, Francesco De Pace, di Oria; il vice presidente Graziantonio Prudentino di Ostuni; tre consiglieri, Francesco Tancredi, di Oria; Salvatore Castellana, di Crispiano e Alfonso Passiante, di Francavilla Fontana. Poi Cosimo Leone, responsabile degli arbitri, Francavilla e Pietro Apuzzo, 33 anni di Pozzuoli, ritenuto “l’esecutore materiale del reato”, verificatosi a causa di negligenza, imprudenza e imperizia. L’accusa ipotizzata è di cooperazione in omicidio colposo. Le difese sono sostenute dagli avvocati Domenico Attanasi e Claudio Sgambato, Pasquale Annicchiarico, Orazio Vesco, Raffaele Missere, Ylenia Ammaturo, Daniele Ancora.

Secondo quanto ipotizzato dal pm Raffaele Casto non vi fu valutazione, da parte di tutte le persone coinvolte, del rischio “elevatissimo” derivante dall’assenza di protezioni per persone che, presenti nel poligono, si trovassero nelle vicinanze di chi esplodeva colpi d’arma da fuoco. Il pm aveva rilevato una carenza di sicurezza nella gara. I colpi partirono da una pistola semiautomatica 9×21. I familiari si sono costituiti parte civile, al fianco degli avvocati Massimo Manfreda e Sabrina Conte. I fatti si verificarono attorno alle 12 del 28 maggio 2016 al Dynamic Shooting Club Federico II di Oria. Un proiettile vagante, partito da una pistola Glock 9×21, semiautomatica, colpì alla nuca l’ufficiale dei carabinieri che morì il giorno successivo all’ospedale Perrino di Brindisi. A impugnare la pistola da cui partì il colpo era un concorrente giunto in Puglia da fuori regione proprio per partecipare alla competizione. Ruello era poco lontano, ma fuori dalla sua visuale. La pallottola sembrerebbe aver centrato dapprima il bersaglio, una sagoma in cartone. Poi però sarebbe finita su uno pneumatico posizionato come protezione e infine ha preso in pieno il militare nella zona posteriore della testa, vicino all’orecchio.

Secondo il pm non avrebbe dovuto essere consentito l’avvio della gara, in quelle condizioni, e anche la presenza di più persone nello Stage 2, mentre nello Stage 1 si sparava anche in direzione dei “parapalle” divisori laterali, le cui dimensioni di sicurezza non sarebbero state correttamente rispettate. La struttura fu sottoposta a sequestro. Le indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana e della stazione di Oria. Ora, al perito è stato chiesto di accertare quale fosse l’altezza dei divisori tra i due campi di gara, se il regolamento per quella disciplina sportiva preveda altezze specifiche, se il proiettile possa essere stato deviato da altri elementi o corpi, se l’esercizio fosse stato eseguito correttamente e se tutte le persone presenti sul posto stessero rispettando le prescrizioni previste.

Redazione articolo a cura di Roberta Grassi per il Quotidiano di Puglia

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