Forze di Polizia

Tre ergastoli al clan Spada: “Eʼ unʼassociazione mafiosa”. La sentenza è della Corte dʼAssise di Roma, condanne pesanti ad altri 17 affiliati

Tre ergastoli e riconoscimento dell’associazione mafiosa. E’ quanto deciso dai giudici della Corte d’Assise di Roma nel maxi-processo ad appartenenti al clan Spada di Ostia. Ergastoli per i capi Carmine Spada, detto Romoletto, Roberto Spada, già condannato per la vicenda della testata ad un giornalista della Rai, e Ottavio Spada, detto Marco. In tutto sono state emesse 17 condanne (per complessivi 147 anni di carcere) e sette assoluzioni.

Tra le condanne, inflitti 16 anni a Ottavio Spada, detto Maciste, 9 anni Nando De Silvio, detto Focanera, e 8 anni a Ruben Alvez del Puerto, coinvolto anche lui nell’aggressione al giornalista Rai. Assolti, invece, Armando Spada, Enrico Spada, Roberto Spada detto Ziba omonimo del condannato all’ergastolo, Francesco De Silvio, Sami Serour, Stefano De Dominicis e Roberto Sassi.

I reati contestati vanno dall’associazione di stampo mafioso, omicidio, estorsione e usura. La vicenda processuale è quella emersa il 25 gennaio, quando Ostia ed il litorale romano furono svegliati dalle sirene dell’Antimafia. Al centro dell’ordinanza eseguita dalle forze dell’ordine c’erano l’omicidio del 2011, di due boss che comandavano a Ostia prima degli Spada, Giovanni Galleoni e Francesco Antonini.

Raggi: “Restituire fiducia ai cittadini onesti” – “Questa sentenza riconosce che sul litorale di Roma c’è la mafia. Si può parlare di mafia a Roma. Ringrazio magistratura e forze dell’ordine e soprattutto quei cittadini che denunciano la criminalità. Io sono qui per stare accanto a quei cittadini. Restituire fiducia ai cittadini onesti che per troppo tempo hanno avuto paura”. E’ il commento a caldo del sindaco della Capitale, Virginia Raggi.

Zingaretti: “Vince lo Stato e perde la mafia” – “Sentenza Spada, vince lo Stato, perde la mafia. Vincono i cittadini!”. E’ quanto scrive su Twitter il segretario del Pd e presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

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