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Strade Sicure, militari in partenza: “Ma mancano gli agenti per i presidi”

Davanti ad alcuni obiettivi sensibili non c’è più la vigilanza 24 ore su 24 dei militari dell’Esercito Italiano. L’elenco si allungherà a breve. Lo smantellamento dell’operazione “Strade sicure” va avanti lentamente ma è inesorabile. A Roma, come in altre città d’Italia, è già allarme sicurezza perché davanti ad alcuni palazzi da sorvegliare presto potrebbero essere richiamati polizia, carabinieri e finanzieri. E le carenze degli organici restano sempre gli stessi tra le forze dell’ordine. Il ridimensionamento del progetto è stato annunciato da tempo dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e dal ministro della Difesa Lorenzo Guerini.
Da 7mila il numero dei militari, che presidiano i siti del Belpaese, scenderà a 5 mila dal prossimo primo luglio, come previsto dalla manovra di bilancio del governo di un anno e mezzo fa. Le prime polemiche sono già scoppiate.

A lanciare l’allarme sicurezza è il sindacato di polizia Silp per la Cgil. “Bisogna salvaguardare l’apparato sicurezza delle grandi realtà metropolitane come Roma, Milano, Napoli e Palermo in ragione della grave carenza organica attuale – dice Antonio Patitucci, segretario generale del sindacato per Roma e il Lazio – che mette in difficoltà tutte le questure d’Italia o i reparti che presidiano il territorio come polizia stradale e ferroviaria per fare due esempi. Una difficoltà che diverrà a breve emergenza sicurezza per il mancato turn over. Nei prossimi due anni e mezzo andranno in pensione circa 20.000 poliziotte e poliziotti, quasi 40.000 nei prossimi cinque anni. L’organico nazionale della polizia potrebbe ridursi dagli attuali 95.000 a circa 60.000”.
Il progetto strade sicure è nato a supporto delle forze dell’ordine in piena emergenza terrorismo fondamentalista. I militari, poi, hanno garantito anche il sostegno sui territori per la gestione della pandemia.

Le dichiarazioni del Ministro della Difesa

Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, è stato chiaro: “oltre 2.500 soldati lasceranno le città per tornare alle loro attività, la sicurezza non è un compito che spetta alle forze armate”.

“Il controllo del territorio e dell’ordine pubblico – ha dichiarato Lorenzo Guerini – è compito delle forze dell’ordine, su questo dobbiamo stare molto attenti. Io sto ricalibrando insieme al capo della polizia il dispositivo di “Strade Sicure”: da 7.800 e passa a cui siamo arrivati, scenderemo a cinquemila. Non lo faccio perché voglio essere reticente a dare un aiuto, ma perché le cose vanno ricondotte nel loro alveo più ordinario e vero”.

Si conclude, stando alle dichiarazioni del ministro, il lungo capitolo “Strade Sicure” che ha visto impegnate le donne e gli uomini delle Forze armate nel pattugliamento delle strade e in azioni di sicurezza ed ordine pubblico.

Effetti della guerra in Ucraina che potrebbe coinvolgere tutta Europa e, di conseguenza, anche l’Italia?

Può darsi. Vero è che ai vertici delle Forze armate lo “snaturamento” dei militari non è mai andato giù. L’impiego è stato fatto per cause di forza maggiore? Probabilmente, ma l’impegno in “Strade Sicure” ha, di fatto, tolto tempo prezioso all’addestramento dei militari, che non sono deputati all’ordine pubblico, ma devono essere formati per impieghi operativi.

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