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Sottosegretario alla Giustizia: “Saremo inflessibili, chi indossa la divisa non commette reati”

Un profondo scandalo sta scuotendo il carcere di Biella, con accuse di corruzione e traffico di sostanze stupefacenti che coinvolgono sei agenti della polizia penitenziaria. Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro, ha dichiarato che, se le accuse si dimostreranno fondate, saranno intraprese azioni decisive, poiché “la polizia non può confondersi con l’antistato”. L’inchiesta, ancora in corso, sta gettando luce su un’organizzazione apparentemente ben strutturata di corruzione all’interno del carcere.

Le Accuse

Gli agenti coinvolti sono al centro di un’inchiesta che li vede accusati di aver favorito l’ingresso di sostanze stupefacenti nel carcere di Biella. Secondo la Procura, le prove contro di loro sono “granitiche” e superano ogni ragionevole dubbio di colpevolezza. Anche il giudice per le indagini preliminari sembra condividere questa valutazione.

Le accuse includono anche il traffico di droga all’interno del carcere, con una presunta organizzazione che faceva entrare stupefacenti in cambio di pagamenti che variavano da 600 a 1500 euro per pacco. Inoltre, le indagini hanno rivelato che chi gestiva il traffico era stato preavvertito in modo da far sparire droga e telefoni prima delle perquisizioni.

L’Indagine in Dettaglio

Le indagini sono state condotte con estrema attenzione, con una scrematura rigorosa che ha ridotto il numero di sospettati da quaranta a sei agenti. Le prove raccolte includono dichiarazioni dei detenuti e intercettazioni telefoniche ed ambientali effettuate dalla squadra mobile. Queste indagini hanno fornito un quadro preciso della situazione all’interno del carcere.

Le Conseguenze

Almeno alcuni degli agenti coinvolti sembrano coincidere con quelli coinvolti in un blitz notturno nel 2021, anche se all’epoca non erano emerse accuse. Ora sono stati sottoposti a misure cautelari. Nel frattempo, un altro agente è stato coinvolto in una perquisizione recente, ma le sostanze trovate si sono rivelate essere semplici lassativi, portando all’archiviazione della sua posizione.

L’indagine continua a svilupparsi, e il carcere di Biella si trova al centro di un dibattito pubblico riguardo alla sicurezza e all’integrità delle istituzioni carcerarie.

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