Editoriale

Sindacati militari: via libera al nuovo regolamento, ma mancano ancora decreti chiave

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare un regolamento che adegua il Testo Unico dell’Ordinamento Militare (TUOM) alle novità introdotte dalla legge 46/2022 e dal nuovo Codice dell’Ordinamento Militare in materia di associazioni professionali a carattere sindacale tra militari (APCSM).

Le principali novità del regolamento riguardano la sostituzione della precedente disciplina sulla “rappresentanza militare” con le nuove APCSM riconosciute come rappresentative sulla base di criteri che dovranno essere definiti da un successivo decreto della Funzione Pubblica.

Nello specifico lo schema di decreto in esame dà attuazione alla delega che il Parlamento gli ha conferito con la legge n. 46 del 2022limitatamente ai criteri direttivi di cui alle lettere a), b) e c) dell’articolo 16, comma 1, ovvero:

  • abrogazione delle disposizioni legislative e regolamentari che disciplinano gli istituti della rappresentanza militare (lettera a));

  • novella del codice dell’ordinamento militare (COM – decreto legislativo n. 66/2010), al fine di inserirvi le disposizioni della legge n. 46 del 2022 (lettera b));

  • modificazioni e integrazioni normative necessarie per il coordinamento delle disposizioni contenute nelle leggi, negli atti aventi forza di legge, nei regolamenti e nei decreti con le norme della legge n. 46 del 2022 (lettera c)).

Tuttavia, nonostante questo passo avanti, mancano ancora alcuni tasselli fondamentali per il pieno esercizio della libertà sindacale da parte dei militari. Non viene al momento esercitata la delega \relativa al decreto legislativo riguardante le limitazioni all’esercizio dell’attività sindacale in attività operativa, addestrativa, formativa e esercitativa. Ai fini dell’emanazione di tale decreto legislativo, infatti, è necessario sentire il parere delle associazioni rappresentative a livello nazionale ai sensi dell’articolo 13 della legge 46/2022, ma al momento, il competente Ministro per la Pubblica Amministrazione non ha ancora riconosciuto la rappresentatività a livello nazionale di nessuna delle associazioni iscritte all’albo del Ministero della difesa . Si segnala inoltre che la legge di bilancio per il 2024-2026 ha previsto la possibilità di concedere ai rappresentanti delle Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari (APCSM) una licenza speciale per le attività sindacali, fino all’emanazione del decreto che provvederà alla ripartizione dei distacchi e dei permessi retribuiti alle APCSM. 

Queste lacune normative rischiano di creare incertezze e disparità nell’applicazione della nuova disciplina sindacale, minando la piena attuazione del principio di libertà sindacale sancito dalla Costituzione.

Un’altra criticità ancora irrisolta riguarda le modalità di revoca dell’iscrizione ad un’APCSM e la possibilità per i militari di aderire o fondare nuove associazioni sindacali subito dopo la revoca. Come segnalato in passato da Infodifesa, alcune interpretazioni restrittive del Ministero della Difesa sembrano impedire ai militari che revocano l’iscrizione ad un sindacato entro il 31 ottobre di fondare o iscriversi ad una nuova APCSM fino al 31 dicembre dello stesso anno.

Sindacati Militari: secondo la Difesa i Militari che hanno revocato l’iscrizione non possono aderire o fondare nuove sigle prima del 31 dicembre?

Questa lettura appare forzata e ingiustificata, in quanto la legge 46/2022 non prevede alcun vincolo del genere in caso di revoca tempestiva. Anzi, negare ai militari la possibilità di cambiare immediatamente l’associazione sindacale di riferimento si porrebbe in contrasto con il principio costituzionale di libera organizzazione sindacale ex art. 39 Cost. Un’ulteriore conseguenza inaccettabile è che per i militari che non revocano entro il 31 ottobre, l’iscrizione rimarrebbe vincolata per almeno 13 o 14 mesi, a seconda che ci si iscriva a novembre o dicembre, senza alcuna possibilità di “fuga” prima di gennaio dell’anno successivo.

Vale la pena notare che nelle forze di polizia ad ordinamento civile, pur vigendo lo stesso meccanismo temporale per la revoca, le conseguenze sono ben diverse. Anche se un appartenente revoca l’iscrizione dopo il 31 ottobre, mantiene la facoltà di iscriversi contestualmente ad altri sindacati, senza rimanere vincolato in via esclusiva alla precedente associazione fino al 31 dicembre.

È auspicabile che il Governo proceda celermente a colmare queste lacune emanando i decreti attuativi mancanti, garantendo a tutti i militari la piena libertà di scegliere o cambiare la propria rappresentanza sindacale senza indebiti vincoli temporali.

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