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Salta l’emendamento per la ricostituzione del Corpo Forestale

Nel dicembre 2016 il governo italiano ha preso una decisione storica: l’accorpamento del Corpo forestale dello Stato con l’Arma dei carabinieri. La legge delega 124/2015 ha stabilito che tutto il personale del Corpo forestale dello Stato dovesse transitare nell’Arma o in altre forze di polizia o amministrazioni.

La scelta legislativa, motivata essenzialmente da ragioni di bilancio e di razionalizzazione delle risorse pubbliche, ha prodotto una lunga sequela di ricorsi al Tar da parte di componenti del Corpo forestale che non intendevano trasferirsi nelle nuove amministrazioni di riferimento. Si è contestata, in particolare, la legittimità costituzionale della riforma sotto diversi profili.

Sul punto è intervenuta in modo apparentemente definitivo e “tombale” la Corte Costituzionale con la sentenza 170/2019. Il Giudice delle Leggi, dissipando tutti i dubbi di legittimità, ha ritenuto che il riordino del Corpo forestale previsto dal d.lgs citato rientri nell’ambito di discrezionalità del Legislatore e le scelte operate siano ponderate e ragionevoli.

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L’emendamento per ricostituzione del Corpo Forestale

La Commissione Bilancio della Camera ha recentemente dichiarato inammissibili circa mille emendamenti alla legge di bilancio che erano stati presentati. Tra questi, non è passato l’emendamento a firma Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia) che prevedeva la ricostituzione del Corpo forestale dello Stato. La norma, che interessava la forza di polizia la cui operatività è cessata il 31 dicembre 2016 e che in larga parte è stata trasferita nel Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri, non è stata ritenuta tra quelle approvabili.

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