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RIFORMA PENSIONI 2015: MANCA LA STAFFETTA GENERAZIONALE. ECCO LE NOVITA’

Sono stati affrontati numerosi argomenti negli ultimi mesi
per quanto riguarda il tema previdenziale, dalla pensione
anticipata agli esodati, ai lavoratori precoci e alla rivalutazione degli
assegni. Nella settimana scorsa, con 145 voti a favore, 97 contrari e un
astenuto il
Senato
 ha approvato il decreto sulle pensioni ma si attende
ancora il via libera per quanto concerne la cosiddetta staffetta
generazionale
, ovvero quel meccanismo che consentirebbe l’entrata nel mondo
lavorativo delle nuove generazioni collocando a riposo i lavoratori più
anziani.

Ecco cosa prevede il testo del ddl presentato al Senato
Come riportato sul sito d’informazione “Pensioni
Oggi”, il disegno di legge delega di riforma della Pubblica
Amministrazione
 è già arrivato al Senato e prevede la delega per la
riduzione delle camere di commercio, la ridefinizione della conferenza dei
servizi e per l’attuazione della carta per la cittadinanza digitale. Il ddl
prevede inoltre, l’eliminazione delle fasce e l’introduzione di un ruolo unico
nella PA. Come conseguenza, infatti, i dirigenti che rimarranno privi di un
incarico potranno retrocedere alla carica di funzionari. Per quanto riguarda,
invece, le forze di polizia è previsto la soppressione del Corpo
Forestale dello Stato che, stando ad alcune voci, potrebbe accorparsi con il
Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Novità anche per quanto riguarda le
visite fiscali
 e gli orari di pubblico servizio. Infatti, stando a
quanto contenuto nel testo del disegno di legge, le visite fiscali non saranno
più di competenza dell’Asp ma sarà compito dell’Istituto
Nazionale di Previdenza Sociale provvedervi. Mentre gli orari di pubblico
servizio potrebbero subire delle modifiche con la probabilità di ricorrere a
forme di lavoro più flessibili.

Staffetta generazionale a costo zero

E infine, non poteva mancare il cosiddetto ricambio
generazionale che secondo il ddl presentato al Senato dovrebbe essere a
costo zero
 per lo Stato: il lavoratore dipendente ormai vicino al
pensionamento potrà optare per il contratto di lavoro part-time a condizione
che, versi da solo i contributi che restano per percepire l’assegno pieno senza
costituire appunto, un particolare onere per le casse statali.
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