Avvocato Militare

Reazione Ansiosa dopo conflitto a fuoco: Tribunale Riconosce Benefici Vittime del Dovere a Brigadiere dei Carabinieri

Dopo una lunga battaglia giudiziaria durata sette anni, una sentenza storica è stata emessa dal Tribunale di Lecce, che segna un punto di svolta nel riconoscimento dei diritti delle “Vittime del Dovere”. Il caso, che risale a un evento traumatico avvenuto all’inizio del 2001, riguarda un brigadiere dell’Arma dei Carabinieri che ha subito gravi conseguenze psicologiche in seguito a un conflitto a fuoco con dei malviventi.

Il Tribunale, guidato dal giudice del Lavoro dottor Giovanni De Palma, ha emesso una sentenza (n° 3686/2023) il 7 dicembre, riconoscendo il diritto del carabiniere, difeso dall’avvocato Francesco D’Agata, a ricevere i benefici previsti per le “Vittime del Dovere”. Questa decisione si basa sull’articolo 34, comma 1, del D.L. n. 159/07, che estende i benefici precedentemente riservati alle “Vittime del Terrorismo” (Legge 206 del 3 agosto 2006) anche a coloro che hanno sofferto danni psichici nell’esercizio del proprio dovere.

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La diagnosi di “reazione ansioso depressiva da stress” ha avuto un impatto devastante sulla vita e sulla carriera del brigadiere. Tuttavia, la decisione del tribunale rappresenta un importante riconoscimento: le ferite non sono soltanto quelle fisiche, ma anche quelle psicologiche, che possono causare un profondo sconvolgimento nella vita delle vittime.

Grazie a questa sentenza, il carabiniere riceverà un indennizzo una tantum di 2.000 euro per ogni punto percentuale d’invalidità, oltre a un assegno vitalizio mensile di 1033 euro. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, sottolinea l’importanza di questa decisione, che non solo fornisce un giusto riconoscimento ai membri delle forze dell’ordine affetti da lesioni psichiche, ma estende anche il concetto di “Vittima del Dovere” oltre le ferite fisiche.

Questa sentenza rappresenta un significativo passo avanti nella tutela dei diritti dei servitori dello Stato, riconoscendo che il sacrificio nel servizio del proprio paese può assumere molte forme, non tutte visibili. È un momento chiave per la giustizia e per il riconoscimento delle sofferenze invisibili che molti eroi quotidiani sopportano in silenzio.

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