Editoriale

PIÙ SICUREZZA NON SIGNIFICA UCCIDERE PIÙ LADRI

Vuole giustizia, non vuole vendetta, questo almeno dichiara Victor Ungureanu, il fratello di Petru, quel ragazzo romeno di 28 anni ucciso, per cause ancora al vaglio degli inquirenti, a Casaletto Lodigiano dal proprietario dell’osteria che lo straniero stava svaligiando.

Parole importanti quelle del signor Victor che lasciano tanto amaro e molta riflessione esponendoci a un concetto che non possiamo in alcun modo ignorare: la vita dei ladri è un diritto superiore rispetto ai beni che vogliono asportare. L’affollarsi della solidarietà politica, delle persone che giustamente disperate solidarizzano con chi difende il frutto del proprio lavoro, stanno disumanizzando un principio cardine del nostro stato di diritto ossia che l’uso legittimo della forza è in primis delegato alle forze dell’ordine e che può essere derogato solo se la vita di chi subisce il reato risulta inevitabilmente e in quel frangente in pericolo così da non poter attendere l’arrivo delle divise.

Converrete con me che pur essendo condivisibile il principio, nei fatti, l’opinione pubblica, sulla spinta della disperazione in cui i cittadini da tempo sono precipitati, pare cominci a santificare e a far diventare eroi coloro che, in qualche modo, eliminano fisicamente coloro i quali si macchiano di un reato odioso qual’è il furto nelle private dimore.
Chi ha avuto la fortuna di non aver mai subito furti probabilmente non capisce la disperazione di chi percependo miseri stipendi si ritrova la casa depredata di quel poco che la vita consente, per non parlare degli affetti, dei ricordi, di tutto quello che è vita oltre il valore economico e che nella stragrande maggioranza dei casi andrà persa per sempre. Dai gioielli agli album di fotografie, molte cose sembrano sottratte per sfregio più che per reale valore economico!

Ora, non crediate che io parteggi per i delinquenti, che stia scrivendo per compatire o giustificare chi ruba i ricordi, sopratutto quelli, io rifletto solo che non possiamo permettere che i ladri debbano avere paura più delle pistole dei singoli cittadini che disperati si armano che delle leggi di un paese democratico.

I ladri devono temere quelli come me che li vanno ad arrestare, che quando li prendono ci sia un sistema che li neutralizza per un tempo congruo, un sistema che renda il crimine non un vantaggio ma un flagello che non può e non deve pagare mai.

Più ladri morti non significa più sicurezza ma solo più cittadini che aggiungono disperazione a disperazione, perché se da un lato esiste la disperazione di chi ruba, magari per necessità, dall’altra ci sarà la disperazione di chi, nel proprio letto a fine giornata, dovrà combattere con i mostri di un sistema che comunque farà di tutto per dimostrare se sia stato o no un lucido assassino.

Perché se andiamo avanti così, se non daremo adeguate risposte a questa collettività insicura troppo facilmente ci ritroveremo a confondere le vittime con i carnefici in un isterismo tale la cui unica vera vittima sarà non solo lo stato di diritto ma la speranza di vivere davvero in pace nelle nostre case.

In Giacca Blu – Michele Rinelli

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