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PARÀ MORTI IN AFGHANISTAN: SCRISSE “-6” SU UN MURO, A PROCESSO

Dopo un attentato a
Kabul
, che aveva provocato la morte di sei
paracadutisti italiani, aveva scritto “-6” su un muro di un edificio
di via Senato e su un cartellone pubblicitario in via Palestro nel corso di una
manifestazione di antagonisti. Ma era stato notato e identificato. Ora, a
distanza di sei anni (l’episodio risale al 19 settembre 2009, mentre
l’attentato a Kabul è del 17 settembre, due giorni prima), verrà processato.

La manifestazione era
stata indetta in ricordo di Abba
, il ragazzo che nel
2008 venne ucciso dopo avere cercato di rubare alcuni biscotti da un
baracchino. Il giovane antagonista, P.P., che ora ha 26 anni, risponde di vilipendio
alle Forze Armate e imbrattamento di cose.
Proprio il reato di
vilipendio è la “causa”
 di tutti questi
anni trascorsi: per procedere per questo reato, infatti, la procura deve
chiedere e ottenere l’autorizzazione a procedere da parte del ministero della
giustizia, ma la procura milanese non l’aveva ancora fatto. Il suo legale,
Eugenio Losco, è stupito del processo “per un reato di opinione a distanza
di quasi sei anni” e nota che c’è anche un “giudizio ormai storico
sull’utilità e le conseguenze dell’intervento italiano in Afghanistan”.

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