Polizia

“Paga o violentano la tua donna”: poliziotto arrestato per estorsione aggravata dal metodo mafioso

 Un poliziotto della questura di Genova in servizio presso l’ufficio personale è stato arrestato dagli investigatori della squadra mobile per estorsione aggravata dal metodo mafioso.

Secondo quanto appreso il poliziotto, 54 anni, avrebbe estorto denaro a un imprenditore genovese del settore del riciclo che conosceva da tempo facendogli credere di essere finito nel mirino di una banda criminale.

In un primo momento M. P. (queste le iniziali dell’agente) ha ‘rivelato’ all’imprenditore che alcuni malviventi volevano rapinarlo. Poi per essere ancora più convincente, ha aggiunto che volevano far del male alla sua famiglia e solo lui, in quanto poliziotto, avrebbe potuto aiutarlo facendo da intermediario. In questo modo si è fatto consegnare dall’uomo 10mila euro in contanti, dicendo che li avrebbe consegnati ai criminali per farli desistere dai loro propositi.

L’imprenditore però, aveva avuto dei sospetti  sulle quelle richieste e  ha deciso di registrare le conversazioni e il momento del passaggio di denaro. Così dopo la consegna, si è rivolto prima al commissariato Centro e poi agli investigatori della squadra mobile che hanno condotto le indagini. Circa una settimana fa è scattato l’arresto. Il poliziotto si trova ora in carcere a Pontedecimo.

LE MINACCE

“Ti trovi con la testa aperta in due e non te ne accorgi nemmeno” gli ha anche detto prima di offrirsi volontario di intercedere con gli inesistenti criminali a cui lui stesso avrebbe consegnato 10mila euro in contanti, denaro necessario per “mettere a posto la faccenda” e per “fare un regalo” ai mafiosi.

Infatti alla vittima M.P. aveva anche mostrato una foto, scattata evidentemente da una terza persona durante uno dei loro incontri avvenuto in un autolavaggio, e poi inviata al poliziotto su whatsapp in modo che la potesse mostrare “in diretta” all’imprenditore per dimostrare la pericolosità di questi malviventi in realtà immaginari. “Ti stanno pedinando” gli diceva.

I fatti risalgono al periodo tra aprile e maggio di quest’anno. Le vittime, l’imprenditore e i suoi famigliari, si sono rivolti tramite un amico al commissariato Centro il cui dirigente dai file audio delle minacce – che lo stesso imprenditore aveva provveduto a registrare – ha riconosciuto la voce del poliziotto, che in forza all’ufficio personale della Questura di fatto per lavoro faceva l’autista dei dirigenti. Ha scritto una relazione inviata poi alla squadra mobile insieme a tutti gli audio che ha fatto scattare le indagini e l‘arresto per estorsione con l’aggravante del metodo mafioso.

Quando l’imprenditore aveva tentato di chiedere di parlare direttamente con i malavitosi il poliziotto gli aveva detto: “Assolutamente no, sono persone molto pericolose con cui non si può parlare e possono fare del male a te e alla tua famiglia”. E la vittima, spaventata dai nomi altisonanti dei pericolosissimi clan, aveva pagato.

Cosa aspetti?

Al costo di meno di un caffè al mese potrai leggere le nostre notizie senza gli spazi pubblicitari ed accedere a contenuti premium riservati agli abbonati – CLICCA QUI PER ABBONARTI

error: ll Contenuto è protetto