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OGGI LA FORESTALE, DOMANI LA GUARDIA DI FINANZA?

“Due sole Forze di Polizia”, un progetto che da anni cova latente nei palazzi
istituzionali. Sono stati realizzati studi e prodotti documenti che (pur
rimasti nei cassetti) hanno fatto consolidare l’idea che sia questa l’unica
soluzione per efficientare l’apparato di sicurezza.

Un disegno (occultamente) “apparecchiato” nel tempo che
oggi, complice la crisi economica e la “forza” del Governo Renzi, sta iniziando
a prendere corpo con la chiusura del Corpo Forestale dello Stato.
Una volta preparato il terreno con la progressiva
devoluzione delle funzioni di polizia nel settore agro-alimentare ed ambientale
all’Arma dei Carabinieri, è bastato preparare l’opinione pubblica (ricordate i
titoloni “Troppe forze di polizia”), offrire la “carogna” alle altre Forze di
Polizia et voilà!: la Forestale non c’è più.
Un rischio  che
incombe anche sulla Guardia di Finanza
. Un Corpo rimasto a metà strada tra
polizia generalista e polizia economico-finanziaria. Un’”anomalia” rimasta in
piedi perché sino ad oggi nessun’altro competitor istituzionale
era (ed è) in grado di svolgere le funzioni di polizia doganale-tributaria, prima,
ed economico-finanziaria, poi.
Ora, in uno scenario che muove verso la logica degli
accorpamenti e delle razionalizzazioni, con un sistema fiscale che tende alla
semplificazione, alla “compliance” e non contempla più
interventi invasivi (di polizia) ed il progressivo abbattimento delle frontiere
e delle dogane, la Guardia di Finanza ha senso solo se completa
l’evoluzione in una moderna polizia economico-finanziaria
.
Un’evoluzione che passa per la definizione legislativa dei
settori di competenza del Corpo e questo è stato già stato fatto con il d.lgs.
n. 68/2001. Oggi, nel riassetto delle Forze di Polizia, bisognerebbe
consolidare questa posizione, magari prevedendo l’esclusività della Guardia di
Finanza nei settori della spesa pubblica, dell’anticorruzione, del mercato dei
capitali e del mercato dei beni e servizi.
Ma non basta! Per reggere la “sfida” è necessario
che la Guardia di Finanza si organizzi per svolgere quella specifica funzione
,
meglio di chiunque altro. Una missione complicata, per una serie di ragioni:
  • le rigidità del
    comparto sicurezza e difesa, regolato da norme che non prevedono
    flessibilità nel campo degli ordinamenti, dei reclutamenti, delle carriere
    e delle retribuzioni;
  • la composizione del
    comparto sicurezza e difesa, “dominato” da Polizia, Carabinieri e Forze
    Armate; per cui ogni intervento è pensato per le esigenze di ordine
    pubblico e/o della Difesa, mentre quasi mai si considerano le esigenze di
    polizia economico-finanziaria;
  • le Agenzie Fiscali
    hanno sfruttato e sfruttano l’autonomia amministrativa per organizzarsi al
    meglio e si stanno, pian piano, riprendendo tutti gli spazi che avevano
    “ceduto” alla Guardia di Finanza.
Il prossimo riassetto delle Forze di Polizia è l’occasione per riorganizzare la Guardia di Finanza e dotare il
Paese di un moderno ed efficiente presidio di legalità.
Da cittadino, prima ancora che da finanziere, sono
assolutamente convinto che la Guardia di Finanza sia ancora
oggi un patrimonio su cui investire, a patto che si metta e sia messa
(!?) nelle condizioni di diventare davvero una polizia economico-finanziaria
.
Altrimenti, prima o poi, sarà inevitabilmente sacrificata
sull’altare della logica “meno Forze di Polizia = più efficienza!”.
Un’equazione tutta da dimostrare, ma ormai irrimediabilmente consolidata
.
Gianluca Taccalozzi – Delegato Co.Ce.R. – Guardia di
Finanza.

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