Carabinieri

Modena, 30enne morto in un parcheggio: indagato un carabiniere

C’è un carabiniere del nucleo radiomobile di Modena indagato per la morte di Taissir Sakka, il trentenne tunisino il cui cadavere è stato trovato domenica mattina alle 9.30 nel parcheggio del Dopolavoro Ferroviario, accanto alla stazione. I delitti contestati sono morte in conseguenza di altro reato, ma anche le minacce aggravate. Il militare e altri cinque colleghi, dello stesso reparto, sono accusati poi di lesioni ai danni del fratello della vittima, Mohamed, che aveva sporto denuncia.

Questa mattina è in corso la autopsia sul corpo del giovane e gli avvisi di garanzia sono partiti ieri sera proprio per consentire all’indagato di nominare un proprio consulente medico legale.

Il ritrovamento

L’ipotesi principale comunicata dai carabinieri dopo il ritrovamento del cadavere era stata quella di una caduta accidentale, ma fin da subito non era stata esclusa neppure una morte violenta tanto che i rilievi sono andati avanti per ore. Proprio per chiarire il dilemma stamattina servirà l’esame sul corpo della vittima. Il volto del giovane era quasi irriconoscibile.

La sera prima il ragazzo, con piccoli precedenti alle spalle, era stato identificato dai carabinieri nella vicina Ravarino. I militari – chiamati dal proprietario di un circolo – erano arrivati per sedare una rissa con dei giovani del posto e lì avevano trovato il 30enne, ubriaco. Insieme a lui il fratello Mohamed. Entrambi sarebbero stati portati al comando provinciale di via Pico della Mirandola dove sono stati stati denunciati per ubriachezza molesta.

Cosa sarebbe accaduto in questi momenti è quello che bisognerà chiarire. Mohamed sostiene che suo fratello sia stato ucciso, dunque ipoteticamente le lesioni che avrebbero ucciso Taissir sarebbero avvenute durante il trasporto sull’auto o all’interno del comando. L’avvocato Cosimo Zaccaria che assieme a Roberto Ricco difende il carabiniere indagato per la morte di Taissir, si dice tuttavia sereno: “L’operato del mio assistito è stato corretto e abbiamo fiducia nella giustizia”.

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