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MITRAGLIETTA SCOMPARSA, AGENTE DENUNCIATO DA UN COLLEGA: “SI INTERESSAVA ALL’ARMA”, “NO, ERO IN OSPEDALE”

Ancora il giallo sulla mitraglietta sparita dalla
questura. C’è un sovrintendente di polizia, un amministrativo difeso
dall’avvocato Stefano Del Corto, indagato dalla procura per il furto ma lui si
dice innocente e dice di avere un alibi di ferro: il giorno della
sparizione dell’arma si trovava all’ospedale San Donato per una visita.

L’indagine condotta dalla Digos si
era indirizzata sul sovrintendente dietro la testimonianza di un
collega. In pratica avrebbe detto di averlo visto a metà novembre
interessarsi alla mitraglietta. Particolare considerato sospetto anche perché
l’indagato lavora alla Menci e avrebbe raggiunto la nuova questura
per osservare l’arma. Il sovrintendente nega tutto: non ero io che mi
interessavo alla mitraglia, alla mobile e alla volante capito di brado e mai in
quei giorni.
Il procuratore capo Roberto Rossi il 9 aprile ha
disposto una perquisizione in casa sua, valida come avviso di garanzia. Ma
la mitraglietta non c’era. Poi è stato interrogato e ha professato la sua
totale estraneità, con un’ipotesi di alibi legata all’ospedale. 
La scomparsa della mitraglietta M12 comunque in
Questura era stata presa molto ma molto sul serio. Non c’è un precedente
di una sparizione del genere. E per questo erano state aperte due inchieste.Una
interna della Digos e una della Procura, guidata personalmente dal Procuratore
capo Roberto Rossi. 

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