Marina militare

Missioni Internazionali: i militari che operano in mare non hanno lo stesso trattamento delle altre Forze Armate

“Ben 3 anni fa il Ministro della Difesa pro tempore a latere del contratto per il comparto Difesa – Sicurezza firmò un impegno di Governo per estendere al personale della nostra Forza Armata la norma che riguarda il contingentamento delle missioni internazionali, dal 2016 pienamente applicato per le operazioni svolte a terra ed in cielo.” E’ quanto si legge in un comunicato stampa del Co.Ce.R. Marina Militare.

 

“Unica discriminante appare connessa alla superficie su cui si svolge la missione internazionale: chi opera in mare non ha lo stesso trattamento, come se fosse una attività di minor importanza e per il personale non comportasse lo stesso sacrificio ed un analogo rischio della vita. Ad oggi non si vede traccia nella Legge di Bilancio del suddetto provvedimento atteso da tre anni. Non ha convinto i partiti di Governo, in primis una forza politica dell’attuale esecutivo cui eminenti esponenti furono firmatari dell’impegno preso, ad inserire nella Legge di Bilancio la modifica della Legge 145/2016, nemmeno dopo aver appreso in audizione dalla viva voce del Capo di Stato Maggiore della Marina che durante l’emergenza epidemiologica il personale svolge operazioni in mare per periodi ancora più lunghi di prima e senza mai toccare terra, con un sacrificio fisico inimmaginabile.

 

Peraltro, in precedenza, Il Cocer Marina ha chiesto audizione alle Commissioni Difesa ed al Ministro, senza ottenere risposta, così come parrebbero, fino ad oggi, infruttuose le richieste dello Stato Maggiore della Difesa verso il Ministro della Difesa atte a perorare l’applicazione del contingentamento anche per lo svolgimento delle attività navali internazionali della Marina Militare. Le operazioni militari di controllo della navigazione e delle rotte commerciali, le attività di soccorso internazionale, il contrasto alla pirateria sono attività svolte in mare che debbono trovare il giusto riconoscimento ed il relativo “costo” non può essere una discriminante per cui negare la pari dignità tra le diverse modalità con cui viene mantenuta la sicurezza del Paese ed assicurata la partecipazione dell’Italia agli impegni internazionali. Si parla spesso di discriminazione di genere; qui siamo di fronte ad una possibile discriminazione di Forza Armata! Di fronte alla quasi certezza di lasciare privi di soddisfazione morale i marinai di ogni età, uomini e donne che solcano il mare per la sicurezza del Paese e la salvaguardia degli interessi nazionali, il Cocer Marina – conclude il comunicato – cosciente del proprio ruolo istituzionale vuole credere nella capacità del dialogo ed interviene con questo comunicato per ricordare la questione e chiedere al Ministro della Difesa ed al Governo l’introduzione nella Legge di Bilancio di una norma che recepisca l’impegno di Governo del gennaio 2018 per la modifica della Legge sulle missioni internazionali.”

“E’ possibile che quando si lavora di più e con maggiori responsabilità come in navigazioni lunghe e in mari lontani si prenda meno di stipendio di quando si è in ufficio? – E’ il commento del delegato Co.Ce.R. Marina Militare Antonello Ciavarelli. “Il Co.ce.R. marina chiede semplicemente uguale trattamento, per le missioni all’estero, rispetto alle altre Forze Armate. Le indennità forfettarie (circa 3 euro al posto dello straordinario) non bastano a pagare baby sitter e badanti a causa delle lunghe assenze dalla famiglia. Garantiamo la ricchezza da e per l’Italia. Non siamo in crociera di piacere. Sono anni – conclude Ciavarelli – che l’esecutivo nei fatti abbandona gli equipaggi della marina militare o forse qualcuno pensa che le nostre navi siano delle love boat?”

 

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