Difesa

Missioni estere più snelle e riservisti: il piano di Crosetto per una Difesa più flessibile e al passo coi tempi

Il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha presentato in audizione alle Commissioni di Camera e Senato la sua proposta di riforma del settore della difesa, con l’obiettivo di aggiornare gli assetti normativi ed operativi per garantire uno strumento militare italiano più efficiente e flessibile per fronteggiare le minacce attuali.

Secondo Crosetto, lo scenario geostrategico globale è profondamente mutato negli ultimi anni, con l’emergere di nuove sfide e minacce ibride che richiedono capacità di risposta rapida ed efficace. In particolare, la guerra in Ucraina, gli attacchi nel Mar Rosso rivendicati dagli Houthi e le crescenti tensioni con attori statali come Russia, Cina e Iran hanno reso ancor più evidente la necessità di aggiornare l’intero sistema difesa italiano.

La legge sulle missioni internazionali

Uno degli aspetti oggetto della riforma riguarda la Legge n.145 del 2016 che disciplina la partecipazione dell’Italia alle missioni militari internazionali. Secondo Crosetto, le farraginose procedure burocratiche previste dal testo normativo non consentono risposte tempestive alle crisi e limitano la flessibilità operativa delle Forze Armate.

Pertanto, la riforma prevede una semplificazione delle procedure parlamentari per autorizzare l’impiego rapido di reparti ad alta prontezza, mantenendo comunque un ruolo centrale del Parlamento. Inoltre, si introdurranno meccanismi più snelli per il finanziamento delle missioni al fine di rendere gli stanziamenti compatibili con le esigenze operative.

Riserva Militare

Un altro tassello importante è l’istituzione di una riserva militare volontaria sul modello di altri Paesi europei e degli Stati Uniti. Questa sarà composta da personale con background militare che, una volta addestrato, potrà affiancare le Forze Armate in attività non operative ma di supporto e assistenza alla popolazione in caso di emergenze.

Il potenziamento della capacità di proiezione estera sarà accompagnato anche da un incremento di 10.000 unità del personale militare attivo a 160mila unità (rispetto alle attuali 150mila), con un’attenzione a nuove professionalità legate ai settori cyber, spazio e digitale.

In definitiva, la riforma punta a conferire flessibilità e rapidità di intervento allo strumento militare italiano, per rispondere in maniera efficace alle crisi internazionali e proteggere gli interessi nazionali in uno scenario globale caratterizzato da crescenti minacce ibride e asimmetriche.

Secondo Crosetto, solo dotandosi di mezzi aggiornati l’Italia potrà svolgere un ruolo da protagonista nella difesa collettiva euro-atlantica. Le Camere dovranno ora esaminare la proposta del Governo.

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