Politica

Militari, fino a 3 anni di attesa per indossare grado superiore. Sottosegretario alla Difesa: “Non si intravedono particolari criticità nel sistema di avanzamento”

In commissione Difesa della Camera dei Deputati è stato affrontato il tema degli avanzamenti del personale militare. In particolare il sottosegretario alla Difesa Pucciarelli ha risposto ad un interrogazione dell’on. Occhionero.

L’interrogazione

L’on. Occhionero ha premesso che “Il personale militare ha un trattamento economico fisso e accessorio legato ai gradi rivestiti per i quali sono richiesti professionalità e adeguati standard di rendimento in servizio e i gradi e le promozioni si conseguono per alcune categorie attraverso l’anzianità maturata e per altre anche attraverso un sistema di avanzamento definito «a scelta», o per terzi, ovvero per valutazioni dei periodi utili a conseguire la funzionalità gerarchica del grado superiore.” Ha poi sottolineato che: “Gli avanzamenti tra i vari gradi e ruoli avvengono solo dopo la chiusura della documentazione caratteristica a fine anno, l’esame dei libretti personali dei militari da parte delle commissioni di avanzamento e successivamente inviati alla direzione generale per il personale militare per essere posti al vaglio della commissione di disciplina, al fine verificarne i requisiti di buona condotta che, altrimenti, inciderebbero negativamente sulla eventuale promozione al grado superiore. Infine, si procede all’emanazione dei decreti di avanzamento che permettono ai militari di indossare il nuovo grado e, quindi di aver diritto al relativo trattamento economico riferito alla promozione.”

L’on. Occhionero ha, quindi, aggiunto che “tale sistema di valutazione, ad avviso dell’interrogante farraginoso e burocratizzato, incide negativamente sul personale, in quanto il tempo necessario per espletare tutto l’iter illustrato, è in alcuni casi di circa tre anni dal giorno in cui si maturano i requisiti alla promozione fino a quello in cui viene conferita. Questo ritardo – ha continuato l’onorevole – comporta una grave perdita del trattamento economico accessorio maturato durante il tempo di attesa, poiché questo viene elargito in base al grado rivestito al momento della prestazione lavorativa e, a parte gli straordinari, non viene rivalutato in fase di elargizione degli arretrati.

“Da circa tre anni la Rappresentanza militare ha chiesto di introdurre alcuni criteri meritocratici nel Fondo di efficienza dei servizi istituzionali che premiano la produttività dei gradi e qualifiche apicali del personale, ma questo incremento retributivo non viene percepito, in quanto, proprio a causa dei ritardi degli avanzamenti tra gradi, il personale, pur avendone diritto, in quanto ha maturato l’anzianità ma non rivestendo sulla spallina il grado, non può avere il quantum stanziato. Questo sistema di valutazione incide negativamente e pesantemente sul trattamento economico del personale sia nell’immediato e sia sulla maturazione della previdenza” L’onorevole Occhionero ha quindi concluso chiedendo al Ministro della Difesa:

se intenda intraprendere ogni iniziativa utile volta a garantire l’attribuzione del nuovo grado al personale sottufficiale e graduato entro 9 mesi dalla data di maturazione del diritto in subordine alle successive valutazioni disciplinari che sono comunque in capo al valutando;

se reputi congruo il tempo che al momento viene impiegato per l’emanazione del decreto finale;

quali iniziative intenda assumere per evitare che il personale militare perda dei compensi monetari a causa delle lungaggini burocratiche attualmente in atto e in netta controtendenza con quanto il Governo sostiene in termini di velocizzazione burocratica, digitalizzazione della pubblica amministrazione snellimento delle procedure amministrative.

La risposta del sottosegretario alla Difesa Pucciarelli

“A premessa della risposta va evidenziato che le procedure di avanzamento al grado superiore del personale militare hanno, per loro intrinseca natura, un carattere di complessità non marginale, soprattutto in considerazione del fatto che, a differenza del pubblico impiego, le norme di stato giuridico prevedono aliquote di avanzamento e di permanenza differente per categoria, ruolo e grado.

Peraltro, nel recente passato, i provvedimenti di riordino delle carriere e i decreti correttivi hanno dato luogo all’apertura di ulteriori, numerose e contestuali procedure di avanzamento straordinario che hanno sicuramente generato dei rallentamenti procedurali ricondotti, nell’attualità, in un alveo di ordinarietà.

Al riguardo è utile precisare che l’avanzamento del personale militare è un procedimento complesso che coinvolge le singole Forze Armate, la Direzione Generale per il Personale Militare e le Commissioni di valutazione.

Da una disamina dei dati è risultato che le articolazioni dell’area tecnico-operativa concludono i procedimenti di cui all’atto in argomento in tempi congrui, in relazione all’elevato numero di personale che ogni anno è iscritto nelle aliquote di avanzamento, nonché alla complessità della procedura che può essere a «scelta» o ad «anzianità».

Proprio al fine di ottimizzare le procedure in argomento, si segnala che lo Stato Maggiore Esercito, in ragione del maggior numero di militari alle dipendenze, ha informatizzato la parte di procedimento di competenza, incrementando il personale destinato alle Commissioni di Avanzamento, con lo scopo di allineare le proprie tempistiche con quelle delle altre Forze armate.

È, altresì, risultato che la citata Direzione generale assume le determinazioni di competenza entro il termine di legge di cui all’articolo 1041 del TUOM.

Con riferimento, poi, al trattamento economico accessorio maturato durante il periodo di attesa, la vigente normativa, applicabile a tutto il pubblico impiego, prevede che alcune componenti siano rivalutate (es. straordinari), mentre per altre componenti non è prevista la rivalutazione in quanto erogata sulla base del grado e della prestazione lavorativa effettivamente resa (es. indennità di missione, indennità di marcia).

Tanto rappresentato, nell’osservare, in conclusione, che il trattamento economico viene corrisposto in relazione alle funzioni e alle responsabilità assunte con riguardo al grado rivestito e che, di conseguenza, l’anzianità di servizio è condizione necessaria ma non sufficiente al conseguimento del trattamento economico superiore, si partecipa che da parte del Dicastero vi è sempre stata la massima attenzione allo snellimento delle procedure ed alla velocizzazione burocratica.

In ragione degli elementi fattuali soprariportati e del quadro normativo vigente, non si intravedono particolari criticità nel sistema di avanzamento dei ruoli Sottufficiali e Volontari in Servizio Permanente, pur assicurando il massimo impegno affinché la definizione delle procedure in questione avvenga entro i termini ordinatori fissati dalla legge.

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