Migranti a bordo della nave turca, la Procura esclude il dirottamento. “Coltelli per tagliare i teloni e respirare”
Le prime indagini sulla vicenda della nave Galata Seaways, sembrano smentire la narrazione iniziale fornita dal ministero della Difesa. Le dichiarazioni dei 15 migranti, ascoltati dalla procura di Napoli e corroborati dai video delle telecamere di bordo e dalle testimonianze degli altri presenti, convergono sulla tesi che i migranti si erano nascosti a bordo della nave turca sperando di raggiungere l’Europa. Il tentativo di tagliare con alcuni coltelli e un taglierino il telone del camion sul quale si erano nascosti, per prendere aria, sarebbe stato l’unico atto violento concreto commesso dai migranti.
Compresi due minori e due donne incinte, i 15 migranti di nazionalità siriana e irachena si trovano ora nelle mani delle autorità italiane. Le donne e altri due uomini (uno dei quali in stato di ipotermia, l’altro con una sospetta frattura alla caviglia) sono sotto osservazione medica in ospedale.
La narrazione iniziale del ministero della Difesa, che parlava di sequestro di persona, dirottamento e minaccia, sarebbe dunque non supportata dalle prime indagini degli inquirenti, non veritiera.
L’intervento della Brigata San Marco
Il comandante della nave ha segnalato la presenza di alcune persone non registrate armate di coltelli a bordo e, pertanto, ha attivato il protocollo di emergenza, incluso il lancio dell’SOS. La Marina italiana ha ricevuto l’allarme e ha inviato il proprio contingente per affrontare la situazione.
La Brigata San Marco ha inviato il proprio elicottero Nh90 e l’unità di squadra a bordo della Galata Seaways. Inoltre, sono state dispiegate altre navi militari di supporto, tra cui la Gregoretti e la Montecimone. La posizione della nave si trovava a circa 90 miglia a sud di Napoli.
I migranti sono stati trovati in uno dei piani cargo della nave, dal momento che stavano cercando di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l’Europa. I militari italiani hanno affermato di aver trovato collaborazione da parte dei migranti e nessuno di loro avrebbe tentato di aggredire il personale di bordo o le forze speciali italiane, e non si sono mai spostati dalla zona in cui si erano rifugiati.
In generale, la condotta del comandante della Galata Seaways è stata considerata impeccabile e rispettosa delle procedure standard. Tuttavia, l’allarme si è rivelato sproporzionato, dato che i migranti non rappresentavano, stando alle prime dichiarazioni, alcuna minaccia reale a bordo. Comunque, l’intervento della Brigata San Marco ha mostrato un grande livello di professionalità e competenza e ha dimostrato l’importanza della preparazione degli equipaggi delle navi per situazioni di emergenza in mare.
Le ipotesi di reato al vaglio della procura
La Procura di Napoli non ha, a questo punto, alcun elemento per ipotizzare un dirottamento del mercantile, né il sequestro dell’equipaggio. Restano in piedi soltanto le denunce a piede libero per il possesso a bordo di due coltelli e un taglierino. E si profila inevitabilmente, riferisce Repubblica, l’avvio di un’inchiesta con l’ipotesi di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina. La Galata Seaways, intanto, ieri pomeriggio ha ripreso la sua regolare rotta.
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