Marina militare

Marina Militare, morì cadendo dall’elicottero. Al via processo d’appello

Riapre a luglio il caso della drammatica morte di Alessandro Schettini, l’elicotterista 32enne di Ostuni precipitato durante un’esercitazione militare nel marzo 2016. Sotto esame la posizione di un sottufficiale della Marina Militare, condannato in primo grado a 1 anno e 4 mesi con pena sospesa per omicidio colposo.

La tragedia si consumò durante una complessa manovra di recupero in volo. Secondo la ricostruzione emersa in primo grado, Schettini si trovava seduto vicino al bordo del pavimento dell’elicottero quando, a causa dell’allentamento dell’imbracatura dovuto al cavo troppo lungo, perse l’equilibrio. Lo spazio angusto della cabina non gli permise di mettersi in sicurezza, causando la fatale caduta mentre era ancora agganciato al cavo di sicurezza.

La difesa contesta fermamente questa ricostruzione, portando a sostegno delle proprie tesi elementi significativi: le contro-perizie tecniche, le testimonianze dell’equipaggio presente quel giorno, i dati della scatola nera e le conclusioni della Commissione Interministeriale dell’Ispettorato per la Sicurezza del Volo dell’Aeronautica militare. Secondo la linea difensiva, il sottufficiale avrebbe seguito scrupolosamente ogni procedura prevista, e la caduta sarebbe avvenuta prima che Schettini riuscisse effettivamente a salire a bordo del velivolo.

Il caso presenta aspetti tecnici complessi, evidenziati anche dalla perizia dell’ingegner Gualtieri, consulente nominato dal tribunale. Nonostante il reato sia andato in prescrizione durante il dibattimento, la difesa punta a un’assoluzione piena, ritenendo che le evidenze raccolte siano sufficienti a dimostrare l’assenza di responsabilità del sottufficiale.

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