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LO SBLOCCO STIPENDI PER POLIZIOTTI E MILITARI NEL 2015 ERA GIA’ PREVISTO. TUTTO POLVERONE INUTILE

(di Marco Ludovico) – Il tetto salariale per
poliziotti e militari nel 2015 non c’è. Tutto il polverone sollevato nei giorni
scorsi con la minaccia di sciopero di poliziotti e militari non avrebbe, in
teoria, motivazioni.

Il paradosso, però, viene meno alla luce del contrasto
violento sorto la settimana scorsa tra governo, da una parte, sindacati di
polizia e Cocer, dall’altra. Ma certo è che proprio il ministero dell’Economia
ha detto per iscritto a tutte le amministrazioni interessate: attenzione,
dall’anno prossimo dovrete rifare i conti, il tetto salariale non c’è più.
L’indicazione arriva da una circolare della Ragioneria generale dello Stato (n.46 del 12 maggio), «Assestamento del bilancio di previsione e Budget rivisto per l’anno finanziario 2014». Testo inviato in applicazione del Def 2014 dell’8
aprile, approvato proprio dal governo Renzi. Scrive la Ragioneria nella nota
tecnica n. 1, allegata alla circolare: «Le amministrazioni dovranno prestare
particolare attenzione al venir meno, a decorrere dal 1° gennaio 2015, di
alcune misure di contenimento della spesa per redditi del pubblico impiego di
cui all’articolo 9 del D.L. 78/2010 e in particolare: – comma 1, tetto
retributivo individuale riferito al 2010 (con riferimento ad esempio al
personale omogenizzato del comparto sicurezza – difesa); – comma 21, blocco
degli effetti economici delle progressioni di carriera comunque denominate». La
nota non risolve, è evidente, lo scontro scatenatosi la settimana scorsa che
ora i ministri della Difesa, Roberta Pinotti, e dell’Interno, Angelino Alfano,
stanno cercando di ricucire con il presidente del Consiglio. Senza contare che,
al di là della circolare della Ragioneria, una dialettica tra le amministrazioni
interessate, la Funzione Pubblica e l’Economia c’è e ci sarà, non senza
discussioni e contrasti. Roberta Pinotti ieri ha incontrato i vertici delle
Forze Armate e fonti della Difesa hanno sottolineato come si sta lavorando per
trovare possibili soluzioni «che riconoscano la specificità e il valore di chi
quotidianamente assicura la difesa e la sicurezza degli italiani». Ottimista il
ministro dell’Interno: «Ci sono le condizioni per lo sblocco degli stipendi
delle forze di polizia ed io sono convinto di trovare il favore del governo e
del premier, purché i sindacati abbassino i toni che hanno il sapore della
minaccia» dice Alfano a Quinta Colonna su Rete4. In serata è circolata con
insistenza l’indiscrezione che il premier incontrerà già questa settimana Cocer
e sindacati di polizia. I ministeri, intanto, stanno lavorando alle cifre in
ballo per il 2015: il costo delle promozioni di grado, finora soltanto
giuridiche, ammonta a 340 milioni, quello degli «assegni di funzione» – una
sorta di premi per anzianità maturata – è di 250 milioni, con le altre voci si
arriva a 750-800 milioni. Ma l’accordo, non lo dice ancora nessuno, potrebbe
chiudersi anche a una cifra un po’ più bassa. Del resto la cifra degli 800
milioni per il viceministro all’Interno Filippo Bubbico «è impossibile» da
raggiungere. Se però Interni e Difesa riescono a evitare il doppio scoglio – la
dura posizione di Renzi; le resistenze dell’Economia – è fatta, ma certo non
sarà una passeggiata e si discuterà anche di meccanismi graduali e/o in parte
parziali di ripristino delle condizioni del 2010, prima cioè del blocco del
tetto salariale. Per Filippo Bertolami (Anip Lazio-Uil Polizia) «qualunque sia
la somma stanziata dal Governo, bisognerebbe ripartirla metà per compensare
parte degli scatti di anzianità e delle promozioni bianche, l’altra metà per
aumentare le indennità di “specificità” (ordine pubblico, servizi
esterni, mobilità d’ufficio ultraregionale, ecc.) riallocando gli straordinari
a favore degli uffici operativi per incentivare il personale su strada con
criteri meritocratici». Da notare anche le decine di messaggi di solidarietà
dei cittadini alle forze dell’ordine: su «Agente Lisa», profilo Facebook della
Polizia di Stato per dialogare con la gente comune, si legge: «Non ritengo
giusto il trattamento che vi hanno riservato con il blocco dello stipendio» e
un «agente virtuale» – con tono istituzionale – risponde: «Grazie per la
solidarietà che mi sento di estendere a tutte le altre categorie di lavoratori
in crisi e a chi un lavoro ancora non ce l’ha per niente».
La vicenda

IL BLOCCO ANNUNCIATO 
Le parole del ministro Madia
Giovedì scorso, il ministro della pubblica
amministrazione Marianna Madia ha
annunciato: «In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti
non ci sono». Niente aumenti per gli statali anche per il 2015. Per tutta
risposta, i sindacati delle forze di polizia sono arrivati a minacciare lo
sciopero.
CACCIA ALLE RISORSE 
Servono 800 milioni
Per sedare la ribellione di militari e forze
dell’ordine servono 800 milioni
di euro, una somma non facile da trovare per
il ministero dell’Economia. La cifra rappresenta l’abolizione del tetto
salariale del 2015 per il comparto, con il ripristino degli incrementi di
stipendi legati agli avanzamenti di grado e degli scatti di carriera.
LA TRATTATIVA 
Incontri con le forze armate

Nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Alfano ha incontrato i capi
delle forze dell’ordine: «Ci sono le condizioni per lo sblocco degli stipendi»,
ha detto ieri. Sempre ieri il ministero della Difesa Pinotti ha incontrato i
vertici della Difesa per trovare possibili soluzioni. Anche Renzi in settimana
potrebbe vedere le rappresentanze

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