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LIBERE VANESSA E GRETA. PAGATO RISCATTO DI 12 MILIONI

Sono state liberate Greta Ramelli e Vanessa Marzullo, le due volontarie
italiane rapite il 31 luglio scorso in Siria, dove erano arrivate con la
loro ong Horryaty per aiutare la popolazione della parte
settentrionale del paese sconvolto dalla guerra. A togliere in condizionale
dalla bellissima notizia, un tweet diramato da Palazzo Chigi.

Un
forte applauso della Camera ha accolto la notizia, comunicata all’Aula dal
ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. “Una bella, bellissima notizia
che ci ha fatto tutti felici”, ha aggiunto la presidente di turno Marina
Sereni. I gruppi di opposizione hanno chiesto la sospensione della seduta per
far sì che il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferisca in Aula i
dettagli dell’operazione. “Non c’è nessun motivo di sospendere la seduta,
diamo un minuto a gruppo per commentare la notizia e informiamo il governo
della richiesta” ha replicato Sereni.
La liberazione di Vanessa e Greta è stata annunciata via Twitter da account
vicini alla resistenza anti-Assad. Uno, in particolare, ha scritto che la
notizia proviene da fonti giornalistiche siriane, aggiungendo che le due
ragazze saranno in Turchia domani mattina. Secondo un altro attivista
anti-Assad, Abu Yazen al-Naimi, le ragazze sarebbero già in territorio turco.
La notizia del rilascio è stata rilanciata anche da Al Jazeera, che ha citato
fonti del gruppo Al Nusra, proprio la fazione ritenuta responsabile del
sequestro. Per qualche minuto si è rimasti in uno stato di sospensione, con
l’intelligence italiana che non smentiva e la Farnesina che non commentava. Poi
il tweet liberatorio del governo.
Esposito (Copasir): “Vittoria della nostra intelligence”. “Oggi l’Italia ha ottenuto due grandi successi: la risoluzione ad
ampissima maggioranza del Parlamento Europeo per il rimpatrio dei nostri due
marò dall’India e la liberazione in Siria di Vanessa Marzullo e Greta Ramelli.
La nostra intelligence ha compiuto un’eccellente operazione riconducendo a casa
due nostre connazionali, ora il governo riporti in Italia, con la
collaborazione dell’Europa, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone”. E’
quanto afferma il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito, senatore di
Area Popolare (Ncd-Udc).

Media arabi: pagato riscatto di 12 milioni di dollari. Secondo la tv
satellitare araba Al Aan, sede a Dubai, negli Emirati Arabi, il
fronte Al Nusra avrebbe liberato Greta e Vanessa in cambio di un riscatto da 12
milioni di dollari. E spiega in un tweet di aver appreso la notizia da una
fonte, senza precisarla.

Salvini: “Riscatto sarebbe vergogna”. “La liberazione
delle due ragazze mi riempie di gioia ma l’eventuale pagamento di un riscatto
che permetterebbe ai terroristi islamici di uccidere ancora sarebbe una
vergogna per l’Italia”. Lo afferma il segretario federale della Lega
Matteo Salvini. “Presenteremo oggi stesso un’interrogazione al ministro
degli Esteri per appurare se sia stato pagato un solo euro per la liberazione
delle due signorine”.

La rabbia dell’Is. Ma su Twitter corre anche la rabbia sugli account
riconducibili allo Stato Islamico. “Questi cani del fronte Al Nusra
rilasciano le donne crociate italiane e uccidono i simpatizzanti dello Stato
Islamico”, scrive Muahhed al Khilafa sul suo account, dove si firma con
l’hashtag dell’Is. “Forse le hanno liberate in cambio di donne musulmane
detenute in Italia”, osserva Saad al Homeidi, altro islamista nel suo
account.

Il rapimento. Era il 31 luglio quando si persero le tracce di Vanessa
Marzullo e Greta Ramelli, rapite in Siria ad Alabsmo, vicino ad Aleppo. Le due
volontarie lombarde avevano fondato il Progetto Horryaty ed
erano entrate tre giorni prima in Siria da Atma, a pochi chilometri di distanza
dal campo profughi omonimo.

Originarie una di Brembate, nel Bergamasco, e l’altra di Besozzo, in
provincia di Varese, Vanessa Marzullo e Greta Ramelli erano al loro secondo
viaggio in Siria in poco meno quattro mesi: a marzo, la prima tappa del Progetto
Horryaty
le aveva portate a compiere un sopralluogo per capire il da farsi.
Marzullo, 21 anni, studia mediazione linguistica e culturale all’Università di
Milano, dove ha cominciato a imparare l’arabo oltre all’inglese. Sulla sua
pagina Facebook racconta la guerra, mette foto di bombe e bimbi dilaniati,
descrive la sua esperienza in Siria: l’ultimo ‘post’ risale al 16 luglio
scorso.

Il 20 settembre la notizia, mai confermata, che Vanessa e Greta sarebbero state
vendute due volte ad altri gruppi, ma senza finire nelle mani degli jihadisti
sunniti dello Stato Islamico (Isis). La notizia veniva dal quotidiano libanese Al-Akhbar (anti-israeliano
e considerato vicino alle milizie sciite di Hezbollah), che ricostruisce come
le due giovani siano state attirate con l’ingano nella “casa del capo del
Consiglio rivoluzionario di Alabsmo” con il giornalista de Il
Foglio
, Danielere Ranieri, riuscito a sfuggire alla trappola.

Il 31 dicembre scorso, in un video di 23 secondi pubblicato su YouTube, le
due volontarie supplicavano il governo italiano: “Siamo Greta Ramelli
e Vanessa Marzullo. Supplichiamo il nostro governo e i loro mediatori di
riportarci a casa prima di Natale. Siamo in grande pericolo e possiamo essere
uccise. I nostro governo e i mediatori sono responsabili delle nostre vite”.

Poche ore dopo la diffusione del video, il ramo siriano di al Qaeda, al
Nursa, aveva confermato di tenere in ostaggio le due ragazze.

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