Industria Difesa

L’Europa potenzia i sistemi missilistici

Il 19 novembre 2018, nell’ambito della cooperazione strutturale permanente (PESCO), i ministri della Difesa dell’UE hanno approvato il progetto Beyond Line of Sight (BLoS) dell’UE per lo sviluppo di una famiglia di sistemi missilistici BLoS man-on-the-loop con immagine dal retro.

Poi, nel 2019, il Programma europeo di sviluppo del settore dell’industria della difesa (EDIDP) ha finanziato il progetto LYNKEUS che ha coinvolto Francia, Belgio, Svezia e Repubblica di Cipro. Lo scopo di questo progetto è sviluppare un sistema missilistico anticarro in grado di colpire bersagli a lunghissimo raggio basato sul missile AKERON MP di MBDA.

Il nuovo sistema non ha lo scopo di sostituire le loitering munitions ma di dare alle squadre di fanteria la possibilità di attaccare bersagli ben oltre la portata normalmente concessa alle unità più piccole.

Il sistema prevede l’impiego di un mini-drone per localizzare un possibile bersaglio situato oltre la vista e comunicarne le coordinate alla stazione di tiro del missile AKERON MP, il quale ha una portata massima di 5.000 metri.

Progetto Marseus

La Commissione Europea ha, quindi, avviato lo scorso luglio il progetto MARSEUS (Modular Architecture Solutions for EU Countries), un’estensione di LYNKEUS, nell’ambito del programma European Defence Fund (EDF). “condotto in stretta collaborazione con le forze armate francesi, belghe, cipriote e ora anche svedesi, sfruttando i risultati del LINKEUS, mira a consolidare un concetto operativo europeo attorno alla capacità BLoS dei missili per il combattimento di contatto e il combattimento in un contesto multi-dominio. Consolidato attraverso una visione della gestione degli effetti”, ha commentato MBDA. E precisando che si tratterebbe anche di “individuare e sperimentare nuove soluzioni tecnologiche emergenti suscettibili di contribuire alle future evoluzioni di queste architetture di sistemi d’arma”.

Nuovi sistemi missilistici: perché

Il progetto MARSEUS è interamente a controllo europeo e garantisce:

  •  Autonomia di utilizzo;

  •  Sicurezza della fornitura;

  •  Scalabilità.

L’esigenza dell’Ue di rinfoltire i propri sistemi missilistici coincide con la crescente instabilità geostrategica che rende indispensabile per gli Stati europei sviluppare e controllare in maniera indipendente le capacità di combattimento terrestre. E, alla luce della situazione che si sta vivendo in Ucraina, diventa imprescindibile per l’Europa disporre di armamenti sofisticati.

Con la fine della Guerra Fredda, gli eserciti europei hanno preferito acquistare i sistemi controcarro da Stati Uniti e Israele (Javellin e Spike): una dipendenza che oggi non è più possibile.

Il ruolo dell’Italia

Anche l’Italia potrebbe aderire al progetto MARSEUS in un prossimo futuro. Tra l’altro si integrerà con il nuovo AIFV acquisito dai militari italiani, sostituendo l’ormai obsoleto VCC-80 Dardo.

Il nuovo veicolo da combattimento dovrebbe essere una piattaforma multifunzionale e multidominio che non solo protegge i soldati, ma può anche gestire più sistemi d’arma ed è dotato di dispositivi in ​​grado di emettere onde elettromagnetiche per contrastare le azioni dei droni nemici.

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