Le volute “inesattezze” sulle pensioni delle forze di polizia dal 2025
Negli ultimi giorni, una serie di voci e informazioni circolate riguardo a un possibile innalzamento dell’età pensionabile a 62 anni per il personale delle forze di difesa e dell’ordine hanno suscitato preoccupazioni e confusione tra i lavoratori. Tuttavia, è essenziale chiarire che non sono state ancora introdotte modifiche sostanziali all’età pensionabile. In questo articolo dell’esperto di pensioni Damiano Curcio, (consulente nazionale FGU GILDA -UNAMS- CSA UNIVERSITÀ) cercheremo di fornire chiarezza su questa questione e distinguere i fatti dalle speculazioni.
“Premetto che un emendamento, se presentato, fa riferimento ad un progetto di legge durante l’iter di approvazione di quest’ultimo. Ad oggi, l’unico atto che fa riferimento alla previdenza dei suddetti apparati, è il DDL S. 606 (cosiddetta proposta Gasparri) che, se approvato, apporterebbe un aumento alla pensione mensile di ogni appartenente alle forze di polizia e/o difesa e nel cui testo, non si parla di aumenti di età pensionabile.
Tale DDL fa espressamente riferimento all’art. 19 comma 1 della legge 4 novembre 2010, n. 183 che era stata approvata per dare norme specifiche in materia previdenziale al personale anzidetto. L’emendamento che si cita nei video divulgati, è il n. 189.0.2 collegato alla finanziaria 2022, che la senatrice Simona Malpezzi prima firmataria) con altri appartenenti al partito Democratico, su indicazione di alcuni sindacati di polizia, presentò nel 2021.
Pensioni Forze di Polizia: Allarmismi infondati sulle possibili modifiche alle norme pensionistiche
Nel testo dello stesso si chiedeva che fosse concesso al personale di quel Corpo di Polizia la possibilità, a domanda, di essere “trattenuti in servizio” fino al 62° anno di età. Ripeto “a domanda e trattenuti”. Peraltro una norma già prevista per i ruoli degli agenti/assistenti e Sovrintendenti (equiparati ai ruoli di Carabinieri/Appuntati e Brigadieri) con l’art. 59 del D.P.R. 335/1982. Con il nuovo emendamento si voleva estendere tale trattenimento anche ai ruoli degli ispettori e dei commissari della Polizia di Stato perché non inclusi nella vecchia normativa.
Occorre l’obbligo precisare che ad oggi, nell’Arma dei Carabinieri, possono ottenere il trattenimento in servizio “a domanda nella categoria dell’ausiliaria” tutti i militari (i dirigenti con altri requisiti anagrafici) che compiono il 60° anno di età con la possibilità di rimanere in servizio fino al 65° anno.
L’emendamento presentato dalla senatrice Malpezzi non fu mai portato in discussione poiché la finanziaria fu votata con la fiducia ma qualora fosse stato approvato, avrebbe comportato solo una modifica per gli appartenenti alla Polizia di Stato.
L’unica modifica che si potrebbe apportare nel 2025 alle pensioni delle Forze di Polizia e/o Forze Armate e quella dell’innalzamento di ulteriori 3 mesi per l’accesso anticipato alla quiescenza. Quindi con anzianità di 37 anni e 6 mesi di servizio effettivo e 42 anni e 6 mesi servizio utile (quest’ultimo requisito, legato all’aspettativa di vita, voluto dalla legge Fornero).
Ma, ai “sindacalisti” che hanno diffuso la notizia, sarebbe bastato leggere l’articolo di Codesta Redazione del 16 dicembre 2021 dal titolo “Richiamo in servizio per la polizia di stato. Ecco cosa prevede l’emendamento alla legge di bilancio” per rendersi conto che quanto affermato nei loro video, non corrisponde a verità soprattutto perché in ritardo temporale di un anno. A meno che non si abbiano altri scopi che sfuggono alla mia comprensione.”
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