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L’AUSTRIA RESPINGE I PROFUGHI, CRESCE LA PROTESTA DEI POLIZIOTTI

Il
sindacato Coisp: «Agenti abbandonati in un’emergenza umanitaria» «Costretti a
farci aiutare da camerieri e pizzaioli che si improvvisano interpreti»

Sale
la temperatura al Brennero, col passare dei giorni e l’aumento costante dei
respingimenti di profughi da parte della gendarmeria austriaca. Alla fine di
questo mese saranno oltre settecento i rifugiati bloccati al confine e
riaccompagnati fino alla porta del commissariato di Brennero, oltre quattromila
dall’inizio dell’anno.
Sale
la temperatura anche all’interno dei sindacati di polizia, che da tempo
segnalano le carenze di quell’avamposto di frontiera, ora venute tremendamente
a galla sotto il peso di un’emergenza umanitaria silenziosa che si consuma tra
il confine e la stazione ferroviaria. Dopo l’appello di martedì del Siulp, per
smuovere le autorità a fornire personale e competenze ai 31 agenti in servizio
“al fronte”, ieri è arrivata la nota della segreteria provinciale del Coisp,
l’altro sindacato di polizia, che finora era rimasto in silenzio in attesa di
sviluppi. E le parole spese, il documento è indirizzato al questore e in copia
c’è la segreteria regionale e nazionale del sindacato, non sono tenere: «La
situazione è critica, i numeri dell’emergenza sono impressionanti, e questa
situazione non può ricadere sulle spalle dei colleghi lasciati soli a gestire
un flusso migratorio di proporzioni mai viste».
La
nota poi scende nel dettaglio, quando spiega che «il personale di Polizia si
trova costretto a cercare un interprete tra le proprie amicizie, tra cuochi e
camerieri e pizzaioli».
Interpreti
indispensabili quantomeno per interagire con le centinaia di stranieri in coda,
di una decina di lingue diverse, ai quali a volte è impossibile domandare anche
da dove vengono.
«Questa
situazione già critica si è ulteriormente aggravata da quando gli stranieri
hanno iniziato ad opporsi alla procedura di fotosegnalazione, che dà il via
alla procedura di denuncia nella lingua dello straniero».
E
non c’è solo l’aspetto burocratico, e non è solo una questione di carichi di
lavoro, sottolinea il sindacato di Polizia. Se la questione è umanitaria,
allora è anche sanitaria e sociale, e ancora tutto ricade sulle spalle dei 31
agenti.
«Vogliamo
conoscere quali sono le procedure sanitarie e la profilassi dei locali dove
soggiornano gli stranieri da soli o in gruppo all’interno del commissariato;
vogliamo sapere quali sono i supporti sanitari, logistici e di risorse messi a
disposizione dalla Questura per supportare le attività del commissariato del
Brennero, con particolare riferimento ai minori, sia soli che accompagnati;
vogliamo sapere quali sono le intenzioni del questore sulla formazione di
personale specializzato all’interno del commissariato».

Fonte:
Alto Adige
 – Riccardo Valletti

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