L’albergo è troppo caro: e i poliziotti, in missione, devono pagarsi la differenza
Dovevano accompagnare, da Torino a Gorizia, una ventina di tunisini irregolari che di lì a qualche giorno sarebbero stati rimpatriati.E così, alcuni agenti della Polizia di Stato hanno dovuto pernottare a Gorizia fino al termine delle operazioni. Operazioni che si sono tenute durante il periodo pasquale, quando tutte le strutture ricettive avevano “alzato” i prezzi proprio a causa delle festività. Come vuole la prassi, gli agenti hanno pagato per poi ottenere il rimborso. Ma lo Stato – tramite l’ufficio cassa della Questura – ha deciso di pagare la solita quota, mentre la parte rimanente è stata pagata di tasca propria dai rappresentanti delle forze dell’ordine.
Una situazione paradossale, specie perché questa missione si sia resa necessaria per la chiusura del centro per i rimpatri di Torino, chiuso per gli innumerevoli danni causati dai migranti nei mesi scorsi.
“Nonostante la piena emergenza degli sbarchi di extracomunitari nelle coste italiane e la miriade di discussioni politiche sulle espulsioni, la pedante burocrazia dell’ufficio cassa della Questura di Torino, ci metteva del suo e, creando una situazione kafkiana, rifiutava ai poliziotti dell’Ufficio immigrazione della Questura di Torino impegnati di scorta per rimpatriare una ventina di tunisini irregolari dal confine goriziano, il pagamento per intero dell’albergo. Secondo l’Ufficio deputato al rimborso delle spese di viaggio e alloggiamento dei poliziotti per i sevizi di fuori sede, l’indagine di mercato non avrebbe consentito di pagare per intero la somma dell’albergo goriziano giudicata troppo esosa, e questo a prescindere dalla oggettiva valutazione che alla vigilia di Pasqua i prezzi degli alberghi non rientrano esattamente nell’ordinarietà. Una spesa di 40 euro per due poliziotti, che l’amministrazione dello Stato, in questo caso l’appendice torinese, proprio non poteva permetterselo”, attacca il segretario generale del sindacato Siulp di Torino, Eugenio Bravo.
“Con la Tunisia esistono accordi bilaterali grazie ai quali vengono predisposti voli charter a cui concorrono i poliziotti della Questura di Torino. In questo specifico caso – continua Bravo – ai poliziotti dell’Ufficio immigrazione di Torino sarebbe stato negato il rimborso per intero del costo del pernottamento alberghiero, nonostante la legittimità della prenotazione e l’obbligo dei poliziotti a permanere per tre giorni presso la città di Gorizia. Tra le molte differenti questioni di carattere organizzativo, logistico, e burocratico che ostacolano la velocità delle espulsioni e che sarebbe il caso di mettere mano in modo serio e definitivo, si aggiunge la pedanteria di chi decide che i poliziotti, per adempiere al loro servizio devono mettere mano al portafoglio. Siamo sicuri, commenta il Segretario, che il Questore di Torino non farà mancare il suo sostegno e la sua sensibilità e tuttavia auspichiamo anche che i responsabili ministeriale si facciano carico di indirizzi univoci che escludano in modo inequivocabile, qualunque paradossale interpretazione che vorrebbe addebitare i costi del servizio di polizia agli stessi poliziotti, anche se in forma di anticipo. Nel caso di specie l’ostinata “resistenza”dell’amministrazione, metteva i poliziotti in condizione di non poter procedere alle espulsioni di circa una ventina di irregolari, scontrandosi altresì con le esigenze di sicurezza invocate dai cittadini. La speranza è che intervenga il buon senso nelle decisioni operative, soprattutto quando sono nell’interesse dello Stato e dei cittadini di cui, i rimpatri, rappresentano un momento altamente strategico”.
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