LA CORTE DEI CONTI ASSOLVE L’AMMIRAGLIO DE GIORGI: “MODIFICHE UTILI” SULLE FREGATE
La sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte di conti ha assolto l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, già capo di Stato maggiore della Marina Militare, dall’accusa di danno erariale che lo raggiunse nel 2016, per le modifiche costruttive da lui richieste sulle fregate multimissione (Fremm) commissionate a Fincantieri. Secondo il giudice contabile, gli interventi disposti da De Giorgi furono connotati “da una oggettiva utilità”… , tanto che sono stati poi replicati su tutte le successive navi della stessa fornitura. Vi riproponiamo uno stralcio significativo di un’intervista rilasciata dall’ammiraglio De Giorgi a Maria Clara Mussa per Cibernaua.
Giuseppe De Giorgi esce a testa alta dall’inchiesta della Corte dei Conti, che lo ha assolto dall’accusa di danno erariale: Come ha trascorso questi due anni, in attesa della sentenza e con quale spirito ha affrontato le accuse?
“Con animo sereno, perché ero consapevole di aver agito correttamente. Ma non posso nascondere che è stato un periodo difficile per le sofferenze morali che la mia Famiglia e le persone a me vicine hanno subito in questi anni. Per fortuna, la mia famiglia mi è stata di grande sostegno e il nostro legame è oggi se possibile ancora più forte. Ma è’ stato anche importantissimo il supporto e la vicinanza del personale della Marina Militare. Con molti di loro avevo condiviso periodi d’imbarco, anche in missioni all’estero, con altri l’attività di volo. Molti li ho conosciuti da marinai e ora sono Marescialli con i capelli bianchi. Siamo legati da sentimenti di affetto e di stima che nella difficoltà sono stati determinanti. E’ stata una vicinanza fondamentale, perché il giudizio che conta di più per me è quello del personale della Marina. Lo dico senza retorica“.
E quali furono le “modifiche costruttive” che hanno scatenato l’ira dei suoi detrattori?
“Quando avevo visitato, da Capo di Stato Maggiore, il Bergamini durante alcune prove in mare, sono stato avvicinato da vari rappresentanti dell’equipaggio che si sono lamentati con me, per segnalare il malcontento legato a soluzioni logistiche negli spazi comuni, giudicate inadeguate e peggiori rispetto alle altre navi della Marina.
In effetti mancavano spazi di riposo e socialità dedicati al personale di grado più basso, così come risultavano fortemente penalizzati i sottufficiali. Mancavano i tradizionali “bar” marinai, Sottufficiali e ufficiali, sostituiti da macchinette automatiche. Era stato realizzato un solo punto di distribuzione dei pasti con tempi d’attesa dell’equipaggio nell’unica fila incompatibili con i tempi della routine di bordo. Ad aggravare la situazione era il fatto che gli spazi e il supporto logistico al personale e al comando di bordo non fosse stato aggiornato all’aumento della consistenza dell’equipaggio dai 90/120 uomini ipotizzati dieci prima ai 200 previsti con nave operativa. Ho chiesto quindi al mio Stato Maggiore di studiare delle soluzioni migliorative che si sono concretizzate nella:
Realizzazione di 4 punti di distribuzione contemporanea dei pasti per contenere i tempi di attesa;
Creazione di 3 “bar” per Marinai, Sottufficiali e Ufficiali (a similitudine di tutte le altre navi) al posto delle macchinette;
Aumento dell’area del quadrato ufficiali per tenere conto del loro incremento numerico;
Realizzazione di una mensa dedicata per i sottufficiali e riorganizzazione del loro quadrato sulla falsariga di quello degli ufficiali e di una sala più piccola per i graduati di Truppa più anziani;
Cambio di allestimento della mensa equipaggio in modo da ricavare uno spazio dedicato al riposo, alla lettura, alla socialità etc., a similitudine di quanto previsto per i Sottufficiali e gli Ufficiali;
Eliminazione della Cabina dedicata all’ammiraglio per realizzare adiacente alla cabina del comandante una “sala consiglio”, utilizzabile per la pianificazione dello staff imbarcato e, quando necessario, come mensa aggiuntiva a quella ufficiali, nei casi in cui fosse imbarcato un ammiraglio in comando tattico (che avrebbe alloggiato nella cabine del comandante, il quale, a sua volta, si sarebbe trasferito nalla cabina di navigazione);
Ricavo di una piccola cabina di navigazione, con accesso diretto alla plancia di comando, a disposizione del Comandante per garantire una sua maggior presenza e tempestività di intervento in navigazione in caso di emergenza o brutto tempo“.
Secondo Lei, quali reconditi motivi possono aver scatenato tale “guerra” nei suoi confronti?
“Mi dovrei chiedere a chi giovava la diffusione di dossier anonimi in quel particolare momento. Ma francamente non ho più voglia. Ciò che conta è che la Magistratura abbia ristabilito la verità“.
Ha avuto segnali di supporto da parte delle altre Forze Armate?
“Ho sempre sentito vicinanza e sostegno da parte di tutto il personale delle Forze Armate“.