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INTERCETTATO GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA MENTRE PARLA DELLE SORTI DEL PAESE CON RENZI

Tra le intercettazioni a carico dell’allora
comandante interregionale (di Toscana ed Emilia Romagna) e oggi numero 2 della
Guardia di Finanza Michele Adinolfi ce n’è anche una realizzata
tramite una cimice posizionata sotto un tavolo della Taverna Flavia di Roma, al
quale siedono in quattro: l’allora vicesindaco (oggi sindaco) di Firenze Dario
Nardella,
 il generale Adinolfi, il presidente dei medici sportivi Maurizio
Casasco
 e l’ex capo di gabinetto del ministro Tremonti, Vincenzo
Fortunato.
 I quattro mangiano e chiacchierano. E nelle loro
conversazioni fa capolino un nome importante: quello del figlio dell’allora
presidente della Repubblica, Giulio Napolitano. 

E’ Adinolfi a
parlare: “Giulio oggi a Roma è tutto o comunque è molto. Giusto? Tutto,
tutto… ma sembra che… l’ ex capo della Polizia… Gianni De Gennaro
e Letta ce l’hanno per le palle,
sapendo qualche cosa di Giulio”.
Nardella commenta criptico : “A quello si aggiunge, quello è il colore…
“. E Fortunato: “Comunque lui è un uomo, c ‘ha studi professionali,
interessi. Comunque tutti sanno che lui ha un’ influenza col padre. Come è
inevitabile… ha novant’ anni c’ha un figlio solo”. Nardella
concorda : ” È fortissimo ! “.
Da tutte le carte dell’indagine di Napoli sulla Cpl
Concordia – come rivela il Fatto Quotidiano – emerge una
telefonata dell’11 gennaio 2014 tra l’attuale Presidente del Consiglio dei
Ministri e l’allora comandante della Guardia di Finanza (a quei tempi
indagato per una sospetta fuga di notizie). Nella telefonata, l’allora sindaco
di Firenze, Matteo Renzi, svela al suo interlocutore le strategie per
“spodestare” il primo ministro Enrico Letta. Nella medesima conversazione
spunta un’ipotesi surreale: siccome Letta non è capace, lo
possiamo mandare al Colle…
La
telefonata di Renzi

Renzi: «Lui non è capace, non è cattivo, non è proprio
capace. E quindi… però l’alternativa è governarlo da fuori…». Adinolfi«Secondo
me il taglio del Presidente della Repubblica». Renzi: «Lui sarebbe
perfetto, gliel’ho anche detto ieri». Adinolfi«E
allora?». Renzi: «L’unico problema è che … bisogna aspettare agosto
del 2016. Quell’altro non c’arriva, capito? Me l’ha già detto. Quell’altro
nel 2015 vuole andar via e … Michele mi sa che bisogna fare quelli che… che la
prendono nel culo personalmente… poi vediamo magari mettiamo qualcuno di questi
ragazzi dentro nella squadra… a sminestrare un po’ di roba…». Dalle carte
dell’inchiesta emergono anche delle conversazioni tra l’entourage di Renzi e lo
stesso Adinolfi sul ruolo del figlio di Napolitano, Giulio,
definito “potentissimo” e in grado di influenzare le vicende politiche
nazionali.

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