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In ricordo di Enrico Riziero Galvaligi: il Generale dei Carabinieri barbaramente assassinato dalle Brigate Rosse

Il 28 dicembre 1980, una situazione di grave tensione si verifica nel carcere di Trani. Brigatisti pericolosi, detenuti in quella struttura, iniziano una violenta forma di protesta, mettendo a rischio la sicurezza dell’istituzione. In questo contesto critico, il Generale di Brigata Enrico Riziero Galvaligi si trova a gestire un’operazione delicata e rischiosa.

Con determinazione e abilità strategica, Galvaligi coordina l’intervento del neonato Gruppo di Intervento Speciale (G.I.S.) dell’Arma dei Carabinieri. Questa unità, specializzata in situazioni di estrema pericolosità, conduce un’incursione precisa e controllata all’interno del carcere. La loro azione, caratterizzata da un’alta professionalità e da un’impeccabile esecuzione, si conclude senza spargimenti di sangue, ristabilendo l’ordine e la sicurezza.

Tuttavia, il successo di questa operazione ha un prezzo elevato per Galvaligi. La sua azione decisa e il ruolo chiave giocato nell’affrontare i brigatisti lo rendono il bersaglio principale di quest’organizzazione eversiva. La notte del 31 dicembre, in una tragica svolta degli eventi, Galvaligi viene brutalmente assassinato. Una vile imboscata lo coglie di sorpresa nell’androne del palazzo dove vive, dove viene ucciso con diversi colpi d’arma da fuoco.

La morte di Galvaligi non passa inosservata. Per il coraggio, la dedizione e lo sprezzo del pericolo dimostrati nel continuare a operare nonostante le ripetute minacce, viene insignito della Medaglia d’Oro al Valor Civile alla “Memoria”. Questo riconoscimento, uno dei più alti per il coraggio civile in Italia, sottolinea l’eccezionale valore delle sue azioni e del suo sacrificio.

Motivazione della medaglia d’oro

Il generale Galvaligi è stato insignito di Medaglia d’Oro al Valor Civile, alla memoria, con la seguente motivazione: “Addetto all’Ufficio di Coordinamento dei servizi di sicurezza degli Istituti di Prevenzione e Pena, in un momento caratterizzato dal riacutizzarsi della violenza contro l’intero sistema carcerario da parte della criminalità eversiva organizzata, perseverava, nonostante le ripetute minacce a lui rivolte, nella propria missione con assoluta dedizione e sprezzo del pericolo in difesa delle istituzioni e nell’interesse della comunità. Nel corso di proditoria imboscata, tesa con estrema efferatezza da gruppo di terroristi, veniva trucidato con numerosi colpi d’arma da fuoco esplosigli da distanza ravvicinata, sublimando col supremo sacrificio una vita spesa al servizio della collettività”.

Oggi, ricordiamo la memoria e la carriera esemplare di Enrico Riziero Galvaligi, un uomo che ha dedicato la sua vita al servizio della comunità, dimostrando un coraggio e una determinazione eccezionali. La sua storia rimane un esempio luminoso di abnegazione e dedizione al dovere, valori che continuano a ispirare e guidare coloro che servono il proprio paese nelle forze dell’ordine.

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