Polizia

Il Poliziotto “Problema di legalità. Ci si sente meno sicuri. La riforma Cartabia ha bisogno di un tagliando.”

La riforma Cartabia ha bisogno di un tagliando. Non c’è dubbio”. Dall’osservatorio delle forze dell’ordine è avvertita l’urgenza di un intervento. A esserne convinto è Felice Romano, segretario generale del Siulp (Sindacato Italiano Unitario Lavoratori Polizia). “È doveroso intervenire. Ma va fatto un passo indietro e bisogna affrontare il nodo del cosiddetto “treno della legalità“”. E? quanto si legge in un’intervista di Nino Femiani per il Quotidiano Nazionale.

Di che cosa si tratta?

“Sicurezza, giustizia, carceri ed educazione devono procedere alla stessa velocità, perché rappresentano quattro vagoni dello stesso convoglio. Se uno di questi va a una velocità diversa, il treno deraglia. La riforma Cartabia crea un’anomalia per cui anche se le forze di polizia sono presenti ed efficienti la percezione che ne ricava il cittadino è che il sistema non funziona ed è insicuro”.

Andiamo nello specifico. Uno dei punti più controversi è che molti reati a procedibilità d’ufficio sono diventati una querela di parte. Tra questi i più rilevanti e numerosi sono i furti. Nei fatti si impedisce l’arresto anche in flagranza di reato.

“È proprio così, lo abbiamo visto anche nel caso eclatante di Palermo dove la Procura è stata costretta a chiedere l’inefficacia della misura cautelare per tre boss. Questa misura era nata per decongestionare le aule giudiziarie e le carceri, ma si è rivelata una misura sbagliata e si è tradotta in una depenalizzazione mascherata”.

Si sono ridotti i fascicoli nelle procure ei processi, ma è aumentata insicurezza e impunità.

“La riforma punta non a tutelare la vittima del reato, ma a decongestionare il sistema. Registro uno strabismo: il pianeta giustizia appare meno ingolfato non perché si commettono meno reati, ma perché non sono più puniti”.

E non c’è solo il caso del capomafia.

“No, c’è anche il caso dell’immigrato clandestino o del disperato che commette un furto o un’aggressione. E poi minaccia la vittima: vengo sotto casa tua se presenti la querela, tanto io non ho nulla da perdere. Quale tutela garantiamo a questi cittadini? il Codice Rosso».

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