Intelligence

Il Governo pensa una Riforma dei Servizi Segreti: L’Intelligence Italiana sotto un’Unica Struttura

Il governo italiano, guidato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sta attualmente valutando un’ambiziosa riforma dei servizi segreti nazionali al fine di migliorare l’efficienza e la coordinazione delle attività di intelligence. L’obiettivo principale di questa proposta è unificare le agenzie di intelligence interno ed esterno sotto un’unica struttura, denominata “Agenzia per la sicurezza e l’intelligence”.

L’Idea di un’Unica Struttura di Intelligence: Il Piano di Giorgia Meloni

L’attuale scenario dei servizi segreti italiani è caratterizzato dalla presenza di tre agenzie separate: l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Esterna (AISE), l’Agenzia Informazioni e Sicurezza Interna (AISI) e il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS). Questa suddivisione ha spesso portato a frammentazione e inefficienza nell’analisi e nella condivisione delle informazioni.

La proposta di riforma, avanzata dal sottosegretario Alfredo Mantovano con delega ai Servizi, mira a superare questa divisione consolidata e a riunire le agenzie sotto un’unica struttura centralizzata. L’obiettivo è migliorare la collaborazione tra le agenzie, promuovere una migliore condivisione delle informazioni e aumentare l’efficacia complessiva delle operazioni di intelligence.

Uno degli aspetti fondamentali della riforma riguarda la creazione di un organismo denominato “Agenzia per la sicurezza e l’intelligence“. Questa nuova entità sarebbe responsabile della gestione delle operazioni di intelligence sia a livello interno che esterno. L’obiettivo è garantire una visione d’insieme e una strategia coerente nella raccolta e nell’analisi delle informazioni, consentendo al governo di affrontare meglio le sfide emergenti in materia di sicurezza.

I Problematici Ruoli dei Vertici Attuali: Mantenere l’Equilibrio

La proposta di riforma solleva anche alcune questioni delicate. Innanzitutto, come gestire il rapporto con i vertici attuali delle agenzie esistenti: Elisabetta Belloni al DIS, Mario Parente all’AISI e Giovanni Caravelli all’AISE. L’accentramento delle operazioni potrebbe comportare un cambiamento nei ruoli e nelle dinamiche di potere all’interno dell’organizzazione.

Rafforzare l’Organismo di Vigilanza: Copasir al Centro dell’Attenzione

Inoltre, l’organismo parlamentare di vigilanza, il Copasir, potrebbe acquisire maggiore potere e responsabilità nel nuovo contesto. Attualmente presieduto da Lorenzo Guerini, esponente del Partito Democratico (PD), il Copasir avrebbe un ruolo cruciale nel garantire la supervisione e il controllo delle attività di intelligence all’interno della nuova struttura.

Un’altra sfida consiste nell’armonizzare le diverse competenze e competizioni all’interno dell’agenzia unificata. Tuttavia, i sostenitori della riforma ritengono che i vantaggi derivanti da una maggiore collaborazione e coordinazione supereranno le sfide potenziali.

La Complessità delle Strutture di Intelligence: Un Confronto con le Superpotenze Mondiali

L’idea di unificare i servizi segreti italiani sotto un’unica struttura di intelligence solleva interrogativi legittimi alla luce dei modelli di altre superpotenze mondiali. Le strutture di intelligence degli Stati Uniti, per esempio, includono la celebre CIA insieme ad altre 15 agenzie altamente specializzate. Con una diciassettesima agenzia che agisce come loro rappresentante formale, gli Stati Uniti non hanno neanche considerato l’opzione di unificare queste diverse entità, ciascuna con compiti specifici e circoscritti. Questo approccio potrebbe comportare sovrapposizioni mirate piuttosto che “buchi” nell’attenzione e nella vigilanza.

Nel panorama internazionale delle democrazie occidentali, emerge una realtà simile. Francia, Germania e Regno Unito, così come gli Stati Uniti, operano con due agenzie separate per le questioni interne ed esterne. L’eccezione è rappresentata dalla Spagna, che ha adottato un approccio unificato. Questi esempi dimostrano che molte nazioni preferiscono mantenere agenzie separate con specifiche differenziate per affrontare le sfide complesse e articolate del mondo contemporaneo.

Un ulteriore problema emerso riguarda la formazione e l’esperienza del personale nell’ambito dell’intelligence. L’uso di personale proveniente da altre amministrazioni statali potrebbe limitare l’accesso a professionisti altamente qualificati provenienti da università e centri di ricerca. Inoltre, sebbene i vertici dei servizi segreti possano vantare titoli di merito e valori elevati, spesso mancano di una solida formazione e competenza nel campo dell’intelligence.

Tempistiche: Avvio delle Operazioni nel 2024

L’aspetto finanziario è anche una considerazione chiave. Il governo ha allocato 10 milioni di euro per la creazione della nuova agenzia, che impiegherà circa 300 esperti nel campo della sicurezza e dell’intelligence. L’obiettivo è completare l’istituzione dell’agenzia entro la fine dell’anno, con l’avvio delle operazioni previsto per il 1° gennaio 2024.

*immagine Dagospia

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