Il Generale Luzi: Catturare Messina Denaro è il nostro obiettivo. Lo dobbiamo a chi ha lottato e lotta.
PALERMO – “A me piace camminare. Fra il 2007 e il 2012, ero comandante provinciale a Palermo. Quando, per andare a Palazzo di Giustizia, passavo a piedi dal mercato del Capo, nella parte araba del centro storico, i commercianti del pesce e della verdura urlavano ‘è arrivato u’ generale’”. Lo ha detto, in un’intervista al Sole 24 Ore, Teo Luzi, comandante generale dell’Arma dei Carabinieri.
Il comandante generale ha ricordato alcune delle operazioni più importanti portate a termine: “Nel 2008 abbiamo disarticolato la commissione provinciale palermitana che Cosa Nostra aveva appena ricostituito con l’intento di ridare vita alla Cupola. Ora – ha continuato Luzi – dobbiamo catturare Matteo Messina Denaro. Forse si nasconde in Sicilia, fra Palermo e Trapani. Magari scopriremo che si trova in Germania o a Dubai. Ma mi stupirebbe: la permanenza sul territorio è una costante per i capimafia”.
“È importante l’opera dei carabinieri forestali. Oggi l’Italia – ha spiegato il comandate generale – è segnata dalla transizione ecologica prevista dal Piano nazionale di ripresa e di resilienza e dalla nuova opzione civile e culturale dell’economia circolare. La tradizionale vigilanza sui rifiuti fa il paio con il contrasto alle scorrettezze sugli ecobonus, sulle quote di emissione di carbonio e sull’ecologismo di facciata di imprese che, con la menzogna e la frode, attirano finanziamenti e investimenti riservati alle aziende autenticamente green”.
“Nel 1959 – ricorda Luzi – Palermo fu devastata dalla speculazione edilizia. L’assessore comunale ai Lavori pubblici, nella giunta del sindaco Salvo Lima, era Vito Ciancimino. Nel 1969 fu costruito lo Zen, il quartiere diventato un’isola di solitudini, assenza di infrastrutture e criminalità. Bisogna ricordare le parole di Falcone: la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una sua fine”.