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IL DONO DEL GOVERNO MONTI FA STRAGE IN LIBIA

(di Gianluca Di Feo) – Quella che si combatte in Libia
è una guerra ad intensità variabile, senza una linea del fronte, con tregue che
si alternano a battaglie feroci. Ma spesso in Italia si tende a sottovalutare
la capacità tecnica delle milizie in campo. Un esempio della loro “creatività”
bellica viene proprio dalla trasformazione eseguita su alcuni doni del governo
Monti: piccole autoblindo made in Italy fatte diventare batterie lanciamissili.
Artigianali, ma micidiali per scatenare il terrore nei centri abitati.

Nel febbraio 2013, per contribuire alla rinascita
di un apparato statale dopo la fine di Gheddafi, abbiamo regalato all’esercito
libico venti autoblindo Puma. Mezzi moderni prodotti dall’Iveco e
acquistati in grande quantità, ma che non si sono mostrati all’altezza delle
trappole afghane e sono finiti in parte in magazzino. L’omaggio voleva anche
essere lo stimolo per una successiva vendita dei surplus all’armata di Tripoli
e per questo abbiamo fornito un pacchetto completo: nel cadeux era compreso
l’addestramento degli equipaggi e una scorta di ricambi. Dopo la cerimonia
ufficiale di consegna, presenziata dall’allora ministro Giampaolo Di Paola, i
militari locali hanno fatto una gran festa al nuovo regalo.
Dall’inizio del 2014, con l’esplosione della nuova guerra
civile, i blindati italiani sono stati impiegati dalle brigate che sostengono
l’autorità di Tripoli, espressione di partiti fondamentalisti legati ai Fratelli
Musulmani
: gli unici che al momento si rifiutano di firmare l’accordo di
pace raggiunto grazie all’inviato dell’Onu Bernardino Leon.

Le Puma sono state fotografate durante gli scontri per il
controllo dell’aeroporto principale del paese. E ora alcuni siti specializzati
hanno mostrato questa metamorfosi sorprendente. Tecnici locali infatti hanno
installato sui veicoli un lanciatore trinato per missili antiaerei
russi Kub
: gli stessi che un anno fa si ritiene abbiano abbattuto il Boeing
malese sul cielo ucraino, uccidendo 298 persone. Negli arsenali di Gheddafi
erano stati accumulati centinaia di questi ordigni, che adesso vengono usati
dalle milizie come arma terra-terra, sparandoli a casaccio contro le città
rivali.

Una modifica rustica, ma letale. La testata contiene cinquanta chili di
esplosivo e schegge, mentre è difficile ipotizzarne il raggio d’azione che
forse è limitato a una decina di chilometri. Gli effetti materiali e
psicologici dell’impatto tra le case sono enormi: altre vittime innocenti, di
un conflitto che l’Europa continua a ignorare.

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