(di Domenico Naso) – Forse nemmeno uno dei tanto personaggi “ricchi e
cafoni” interpretati da Christian De Sica avrebbe osato tanto. E
invece Aurelio De Laurentiis è riuscito a superare persino la sceneggiatura
dei tanti cinepanettoni che ha prodotto negli ultimi decenni. La vicenda,
all’insegna del “Lei non sa chi sono io”, si è svolta all’aeroporto di Capodichino,
a Napoli.
Il produttore cinematografico e presidente del
Napoli, dopo una giornata a godersi il sole e il mare del golfo, ha deciso di
raggiungere in tutta fretta la squadra allenata da Sarri, in ritiro in Trentino.
Arrivato nello scalo partenopeo, De Laurentiis ha prima preteso (riuscendoci)
di passare dal varco riservato all’equipaggio, e poi ha chiesto a un agente
della Polaria di portargli i bagagli.
Al rifiuto legittimo dell’agente, che ha
ricordato al produttore di non essere lì per quello, De Laurentiis ha allora
rilanciato: voleva essere accompagnato fin sotto la scaletta dell’aereo
con un pulmino privato. Altro “niet”, per motivi di sicurezza, e quello
che fino a quel momento era stato “solo” un atteggiamento da star bizzosa, si è
trasformato in ira funesta: “Non seguirmi, non mi servi più”, avrebbe detto
all’agente della Polaria, assestandogli anche una poco amichevole gomitata
in gola. Nel conseguente parapiglia, è stato lo staff di De Laurentiis a
trattenerlo prima che la faccenda degenerasse ancora di più.
La reazione della Silp Cgil, il sindacato dei
lavoratori di polizia, non si fa attendere: “Quello che è accaduto è vergognoso
– si legge nel comunicato diffuso – e dimostra ancora una volta come personaggi
che credono di essere al di sopra della legge non amino il rispetto delle
regole e il lavoro che le forze dell’ordine svolgono per tutelare i
cittadini”. Tommaso Delli Paoli, segretario generale della sigla
sindacale, ha ricostruito l’intera vicenda parlando all’agenzia di stampa La
Presse, non senza una stoccata finale nei confronti del produttore
cinematografico: “Con questo gesto De Laurentiis ha raggiunto l’apice della sua
arroganza, abbiamo fatto un esposto in procura dove ci costituiremo parte
civile”. Conoscendo l’indole fumantina del presidente del Napoli, la querelle
potrebbe avere una coda, e magari ispirerà una scena di un prossimo, e per
nulla improbabile, Natale a Capodichino.