Polizia locale

Il comandante dei vigili urbani di Venezia molestato a una sfilata: “Palpato cinque volte sono dovuto andare via: è disgustoso”

«Dovevo arrivare a quasi 63 anni per comprendere cosa prova una donna molestata quando gli palpano il sedere». Cominciava così il post Facebook, poi rimosso, di Marco Agostini, comandante generale della polizia locale di Venezia. Durante la festa organizzata da Armani per il Festival del Cinema, in corso proprio in questi giorni, Agostini è stato molestato da un uomo che gli ha messo più volte le mani sul sedere. «Non ho denunciato, sarebbe una denuncia nei confronti di ignoti. Gli organizzatori dell’evento non c’entrano nulla. Si è trattato di un deficiente che si è comportato male», spiega il poliziotto al Corriere. La molestia sarebbe avvenuta durante la festa che ha seguito la sfilata One Night Only, a cui Agostini stava partecipando in uniforme. Quando si è accorto della mano sul suo sedere, inizialmente il comandante ha provato a non farci caso. Poi è successo una seconda, una terza, una quarta e addirittura una quinta volta. A quel punto, la pazienza è finita e Agostini ha deciso di andarsene via.

Una volta tornato a casa, ha deciso di raccontare tutto con un post Facebook. «Io per interrompere la cosa ho scelto di allontanarmi velocemente dall’evento a cui partecipavo sempre mantenendo il sorriso sulle labbra e di non fare una piazzata solo per rispetto della divisa che indosso, ma la tentazione è stata forte», si legge nello sfogo social di Agostini. Dopo qualche ora, però, il comandante ha deciso di cancellare il post. «Alcuni l’hanno interpretato in maniera distorta – spiega il poliziotto al Corriere -, hanno scritto che avevo assistito al fatto senza fare niente. Quindi ho preferito eliminarlo, non voglio alimentare polemiche». Eppure, Agostini vuole comunque lanciare un messaggio: «Quello che mi premeva rendere pubblico è il disagio che prova la vittima. Gli uomini, spesso, minimizzano. L’ho voluto scrivere per esprimere solidarietà alle donne e a quanti hanno subito cose simili».

Comandante Agostini, ci racconta cos’è successo?
«Ero a un bellissimo evento alle Tese dell’Arsenale, la sfilata di Giorgio Armani. C’erano circa 400 persone e nel corso della serata sono stato cinque volte palpato nel sedere. La prima volta pensavo a un caso, poi però ho capito di essere il bersaglio di un ragazzino che avrà avuto venti anni. Non volevo che quella bella serata si rovinasse, ma ho provato disagio e imbarazzo perché la situazione era diventata insostenibile. Ho avvisato il direttore generale del Comune Morris Ceron e me ne sono andato anche per non disonorare la divisa di gala che indossavo per l’occasione, lo smoking con il papillon».
Quando ha scritto il post?
«Appena arrivato a casa. Ho sentito il bisogno di esprimere quello che mi era successo e di trasformarlo in un messaggio di solidarietà nei confronti di chi viene molestato. Io ho le spalle grosse, ma vi assicuro che è davvero una brutta esperienza. Sono sempre stato solidale con le vittime di molestia e violenza, ma ora anche fisicamente ho idea di cosa possa significare. È intollerabile che ci sia questo approccio. Prima avevo la percezione di quello che si poteva sentire, ma non avendola mai provata fai comunque fatica. Ora ho realizzato il disagio fisico e non potevo rimanere indifferente e fare finta di nulla. Bisogna dire no sempre a questi comportamenti».
Alle donne si dice: denunciate. Perché lei non lo ha fatto?
«Era scuro, non c’erano telecamere e da esperto di polizia giudiziaria so che finirebbe nella mia parola contro la sua. E poi in questo caso poco mi interessa la pena di questo deficiente o di dargli visibilità, quello che mi premeva e mi preme è di dare un messaggio agli uomini e in generale a chi si permette di molestare l’altro: non si fa così».
Perché poi lo ha cancellato?
«Purtroppo dopo poco ho iniziato a ricevere dei commenti, in perfetto stile social. Molti mi hanno deriso, la mia storia è stata rilanciata con battute sarcastiche e così mi sono sentito di toglierlo».
Ci sono stati anche messaggi di solidarietà?
«Tantissimi e anche questo mi ha fatto capire ancora di più quanto è importante che chi è vittima di queste molestie abbia una rete di persone che la sostiene. Ripeto, io ho le spalle grosse, ho provato un disagio davvero spiacevole, ma sono un uomo di 63 anni con una corazza. Il mio messaggio era di solidarietà e rivolto a chi è fragile e di condanna verso quegli uomini che molestano le donne o altre persone: non si fa, è disgustoso. Le persone devono essere rispettate».

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FACEBOOK | Il post (rimosso) del comandante della Polizia Locale di Venezia Marco Agostini

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