Il clima cambia le Divise no! Lettera di un carabiniere: “Regolamenti arcaici ci costringono a patire il caldo”
“L’assurdo ritardo nell’indossare le uniformi estive”. È il problema denunciato in una lettera inviata alla nostra redazione da un carabiniere, stanco di dover sottostare a “regolamenti arcaici” nonostante le temperature già prossime ai 30 gradi.
“Siamo nel 2024, eppure noi carabinieri dobbiamo ancora sottostare a protocolli e scartoffie burocratiche che impongono di indossare le divise invernali fino a fine maggio, anche con temperature che ormai superano i 30 gradi!” scrive il lettore.
Il carabiniere descrive come “estenuante e dannoso per la salute” dover trascorrere intere giornate con addosso pesanti uniformi sotto il sole cocente di una primavera sempre più simile all’estate. “È semplicemente ridicolo e grottesco vedere i militari, che dovrebbero incarnare efficienza e modernità, pattugliare accaldati e madidi di sudore con indosso uniformi pesanti in pieno clima estivo! Uno spettacolo poco decoroso per le nostre forze armate” afferma.
“Sembra che ai vertici militari non importi nulla del disagio che noi militari proviamo a indossare divise superate e inadeguate al clima. Preferiscono attenersi rigidamente al calendario standard, ignorando le temperature decisamente anomale” scrive ancora il lettore.
Secondo il carabiniere, indossare uniformi invernali con oltre 30°C mette a rischio “non solo il decoro dell’uniforme, ma anche e soprattutto la salute e il benessere psicofisico dei soldati”. Si espongono i militari a rischi come “colpi di calore, disidratazione, malesseri che possono compromettere efficienza e servizio”.
Il lettore definisce “frustrante e avvilente dover convivere con questi disagi inutili, solo perché nessuno ha il coraggio di prendere una semplice decisione”. La sua proposta è quella di acconsentire l’uso delle divise estive “non in base al calendario, ma alle temperature! I comandi locali dovrebbero avere la facoltà di autorizzarne l’uso non appena necessario. Perché i vertici fanno orecchie da mercante alle richieste di buonsenso che arrivano dai lavoratori in uniforme?” si chiede provocatoriamente il carabiniere nella sua lettera, evidenziando come le istanze di cambiamento dal basso troppo spesso rimangano inascoltate.