Il carabiniere: “Così ho fermato un rapinatore: non sono un eroe, sogno un futuro migliore per i nostri figli”
“Ho pensato solo a fare il mio dovere. Dovevo intervenire e fermare quei rapinatori evitando rischi per le persone. E’ andato tutto bene. Ma quelle frazioni di secondo mi sono sembrate un’eternità”. Il video della sua coraggiosa azione sta facendo il giro del web già da qualche ora ma Francesco, 40 anni non ancora compiuti, carabiniere da 16 attualmente in servizio a Napoli, padre di due bambini di 5 e 4 anni, non si sente un eroe. Eppure era libero dal servizio quando ha inseguito a piedi due malviventi armati di pistola, fuggiti in sella a uno scooter dopo aver fatto irruzione in una tabaccheria di Afragola, riuscendo ad arrestarne uno dopo una colluttazione nella quale è rimasto anche ferito a un braccio a causa del morso del malvivente.
Ho fatto il mio lavoro
“Ma quale eroe, ho fatto il mio lavoro come avrebbe fatto al posto mio qualsiasi altro carabiniere in ogni parte d’Italia”, dice a Repubblica. Poi aggiunge: “Sono orgoglioso, perché è andato tutto per il verso giusto e sono riuscito a togliere dalla circolazione un rapinatore che avrebbe potuto colpire ancora”. Il suo cellulare squilla in continuazione, mette accanto a lui c’è un bambino che gioca tranquillo. “Ogni giorno spero che si possa costruire un futuro migliore per i nostri figli”, afferma Francesco ed è l’unico momento nel quale la sua voce tradisce un pizzico di emozione. Proprio mentre il malvivente era a terra, passava lo scuolabus con a bordo uno dei figli del carabiniere. “Ma quando me lo ha chiesto, gli ho detto che stavo solo aiutando un signore che era caduto dalla moto”, spiega Francesco. E quando ricostruisce la cronaca di quello che è accaduto ad Afragola invece si mantiene freddo e professionale.
“Era verso l’una del pomeriggio. Dovevo fare delle commissioni e pagare una bolletta nella tabaccheria – racconta – Ho parcheggiato la mia auto e ho visto due persone fermare una moto proprio davanti all’ingresso. Mi sono insospettito subito. Sia per l’atteggiamento, sia perché, nonostante il caldo, indossavano oltre ai caschi integrali anche gli scaldacollo. Poi hanno estratto una pistola”. A quel punto, Francesco non ha fatto calcoli. “Ho capito che dovevo affrontare la situazione nel modo migliore, facendo leva sulla mia esperienza, e fermarli evitando che qualcuno potesse farsi male. Così sono entrato nella tabaccheria e mi sono qualificato dicendo: sono un carabiniere.
I banditi però hanno cercato di scappare e si sono divisi approfittando del fatto che la tabaccheria ha due ingressi. Poi sono saliti in sella al motorino”. Francesco però non li ha lasciati andare. “Ho cominciato a inseguirli a piedi e dopo pochi metri sono riuscito ad agguantare il passeggero, afferrandolo di spalle”. Il malvivente era armato, ma questo non è bastato a far desistere il carabiniere. “Ha sparato per due volte, io però non l’ho mollato. Il conducente ha perso il controllo dello scooter e sono finiti contro un’auto che sopraggiungeva in senso opposto. Il passeggero è caduto e ha perso la pistola. L’ho bloccato e ho ripetuto ancora una volta: Fermati, sono un carabiniere. Ma lui mi ha morso il braccio con violenza, affondando i denti dentro la carne. Ma non è riuscito a divincolarsi e poco dopo l’ho fermato, mentre il suo complice, dopo aver provato invano a recuperare l’arma, si allontanava con lo scooter”. Tutto sotto gli occhi di passanti e automobilisti: “Ma io pensavo solo a trattenere quell’uomo e gridavo: chiamate il 112. I colleghi sono arrivati subito e l’hanno portato in carcere mentre io sono andato in ospedale”.
L’arrestato ha 40 anni, la stessa di Francesco, e numerosi precedenti penali. L’arma era salve, ora è caccia al complice. “E’ andata bene, questo è ciò che conta. Ringrazio i miei superiori e i colleghi per i complimenti. Ma non sono un eroe, davvero. Sono un carabiniere”.