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I MINISTRI PINOTTI E ALFANO STUDIANO UNA SOLUZIONE GRADUALE. I SINDACATI: “NON ACCETTIAMO COMPROMESSI”

(di Francesco Grignetti) – Al governo si lavora
alacremente per sbloccare gli stipendi delle forze armate e di polizia. Palazzo
Chigi vorrebbero chiudere la partita al più presto, possibilmente entro domani.



Non c’è tanto da sminare la protesta in vista dei sindacati, che minacciano lo
sciopero di chi scioperare non può, e il 24 si annuncia una inedita
manifestazione a Roma di poliziotti autoconvocati, quanto depotenziare
l’incontro di mercoledì tra i rappresentanti del popolo in divisa con Silvio
Berlusconi. Ci si sono messi pure i grillini, ora. Martedì i parlamentari M5S
ospiteranno i rappresentanti sindacali e ieri il blog di Grillo sparava: «Il
MoVimento 5 Stelle è dalla parte delle Forze dell’Ordine per restituire loro la
dignità e riconoscerne il ruolo fondamentale per la sicurezza dei
cittadini». 
È di ieri mattina una telefonata
tra Roberta Pinotti e Angelino Alfano. «I due ministri – fa sapere una nota
ufficiosa – hanno convenuto sulla necessità di procedere in tempi brevissimi, e
con lo strumento normativo più adeguato, per andare incontro alle richieste
delle donne e degli uomini in divisa, confidando che da qui in avanti il
percorso sia accompagnato da toni costruttivi da parte delle loro
rappresentanze». 
I due ministri stanno definendo
la proposta sotto il profilo tecnico, per presentarla tra oggi e domani a
Renzi. Da quel che si sa, sarebbero stati trovati 400 milioni sugli 800
necessari per sanare una manifesta ingiustizia: è da quattro anni che nel
comparto della sicurezza gli stipendi non seguono le promozioni; capita così
che un questore guadagni meno del suo vice, o che un ispettore ci rimetta 150
euro netti al mese dacché è stato promosso. Secondo calcoli del Silp-Cgil, un
ispettore capo che nel 2011 sia divenuto ispettore superiore ci ha rimesso
finora 4000 euro. Maggiori responsabilità, stipendi fermi: ovvio che il
malumore dilaghi. 
L’ipotesi a cui il governo lavora
è una soluzione per gradi. A ottobre potrebbe essere varato un decreto che
tolga il blocco a quelli che ne soffrono gli effetti fin dal primo anno; a
gennaio, quelli che sono incappati nel blocco nel 2012; nel giro dei prossimi
due anni, poi, altri decreti sanerebbero i penalizzati nel 2013 e 2014. 
A questa ipotesi di sblocco per
gradi, i sindacati autonomi Sap (polizia), Sappe (penitenziaria), Sapaf
(forestale) e Conapo (vigili del fuoco) si dichiarano già contrari. «Non ci
fidiamo – spiegano – di vane parole. Troppe volte i poliziotti e i vigili del
fuoco sono stati traditi. I soldi necessari, circa un miliardo di euro, sono
stati trovati per tutto il personale oppure si pensa di risolvere il problema
solo per alcuni operatori e rinviare per altri tutto alle calende greche? Non
accetteremo compromessi e sblocchi parziali». 

E
torna l’idea di accorpamenti. «Sette forze di polizia sono troppe», insistono
gli autonomi. Daniele Tissone, Silp-Cgil, caldeggia un accorpamento tra polizia
e carabinieri, «operazione che garantirebbe minori sprechi incrementando
qualità e capacità operative». Ipotesi che fa inorridire l’ex ministro della
Difesa Ignazio La Russa «anche se capisco che ridurre a quattro le polizie
italiane sia corretto».

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