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I DATI UFFICIALI DI MOSCA: “ABBIAMO RASO AL SUOLO OTTO STRUTTURE DELL’ISIS”. LE FORZE IN CAMPO

(di Franco
Iacch) – La
componente aerea russa schierata in Siria è formata da oltre 50 velivoli. E’
quanto ha dichiarato pochi minuti fa il portavoce del ministero della Difesa
russo Igor Konashenkov, commentando ufficialmente i primi attacchi contro lo
Stato islamico in Siria.

“Il
contingente è stato schierato nel minor tempo possibile. Munizioni e logistica
sono state sbarcate al porto di Tartus e poi trasferite nelle basi operative.
Abbiamo colpito otto strutture dell’Isis. In azione i nostri Su-24M e Su-25. I
nostri bombardieri hanno distrutto una roccaforte dei terroristi ed un deposito
di munizioni nei pressi della città di Idlib. Ad Hama, abbiamo raso al suolo un
posto di comando collocato all’interno di un edificio a tre piani. Distrutto
anche un quartier generale degli Stati islamici nei pressi della città di
Al-Latamna. Colpiti anche dei mezzi carichi di esplosivo che sarebbero stati
utilizzati dagli attentatori suicidi”.

Le
forze in campo al primo ottobre 2015
RUSSIA:
la base navale di Tartus, sulla costa mediterranea della Siria è protetta da
cinque navi da guerra con in testa l’incrociatore lanciamissili classe Slava,
il Moskva. Il Bassel al-Assad International, aeroporto a 20 km sud di Latakia
sulla costa mediterranea della Siria collegato al porto principale del paese,
dispone di una forza di in grado di colpire i bersagli a terra. I russi
dispongono di dodici bombardieri tattici a bassa quota Su-24 Fencer, dodici
aerei da attacco al suolo e supporto ravvicinato Su-25 Frogfoot, quattro caccia
Su-30SM e quindici elicotteri pesanti d’attacco. In Siria sono atterrati anche
i Kamov Ka-52 ‘Alligator’. Attivata la base aerea di Hmeimim. Gli aeroporti e
la base navale di Tarus sono protetti da tre battaglioni (circa 500 uomini) di
fanti di Marina. La forza terrestre comprende anche nove carri armati di terza
generazione T-90, 35 BTR-82A e 500 soldati. Tutte le basi sono protette da
diversi sistemi terra-aria. Il Bassel al-Assad International è utilizzato dal
Cremlino anche per tutte le missioni da ricognizione ed attacco dei droni
schierati in territorio siriano. I russi hanno fortificato la base militare di
Al-Sanobar, a sette km a nord di Latakia ed il complesso di stoccaggio di
Istamo, a tre km in direzione ovest. Complessivamente, Mosca ha in Siria tra i
1500 ed i 2000 soldati. Certa la presenza, a ridosso delle coste siriane, di
almeno un sottomarino d’attacco. L’ultima volta che Putin chiese
l’autorizzazione per utilizzare le forze armate fuori dai confini nazionali
risale ai primi mesi del 2014 durante la crisi Ucraina.
CINA:
schierata a ridosso delle coste siriana la portaerei Liaoning ed un
incrociatore lanciamissili. I cinesi non hanno ancora raggiunto una capacità
offensiva. Il vettore attraccato al porto di Tartus è ancora privo della sua
componente aerea, ma è stato messo a disposizione dei russi. Gli aerei da
guerra cinesi giungeranno in Siria entro la metà di novembre, in volo
attraverso l’Iran o trasportati dai cargo russi. I cinesi starebbero allestendo
una squadriglia di J-15, caccia multiruolo di quarta generazione, elicotteri
antisom Z-18F e da allerta precoce Z-18J. Pechino schiererà infine mille
soldati.
IRAN:
mille soldati appartenenti al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie per assistere
gli Hezbollah a Zabadani La “cellula di coordinamento militare” è
stata creata a Baghdad da Russia, Iran, Iraq e Siria pochi giorni fa. Il
comando di coordinamento congiunto appare come una controparte della “War Room”
allestita dagli USA in Giordania, a nord di Amman, per coordinare le operazioni
di Stati Uniti, Arabia, Qatar, Israele e Giordania a sostegno dei ribelli
siriani contro il governo di Assad. Due cellule rivali, quindi, sono entrate in
funzione: una a protezione dei ribelli a guida Usa e l’altra a sostegno del
regime di Assad a guida russa.

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