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GUY CASPI, DIECI ANNI IN UN REPARTO DI ÉLITE DELL’ESERCITO: «HOLLANDE CI HA CHIESTO AIUTO CONTRO IL TERRORE»

(di Davide Lessi per la Stampa) – Dal penultimo piano del grattacielo circolare dell’Azrieli Center di Tel Aviv la vista è più nitida. E l’orrizzonte sembra più esteso. «Nei prossimi cinque anni l’Europa cambierà radicalmente per combattere il terrorismo», dice Guy Caspi, una laurea all’Harvard Business School e più di dieci anni passati in un reparto di élite dell’intelligence israeliana.

Oggi Caspi è l’ammistratore delegato di Fifth Dimension, una delle dieci aziende più innovative del Paese secondo la rivista statunitense Forbes. Scruta l’orizzonte: il lungomare mediorientale, tanto distante dalla Promenade des Anglais, ma mai come oggi così simile. Anche la Francia è ormai un obiettivo sensibile. «Eravamo stati contattati dal governo francese già dopo gli attentati dello scorso novembre, a Parigi. Allora non se ne era fatto niente ma dopo Nizza hanno capito che qualcosa doveva essere fatto…».

Guy Caspi, quando e per cosa siete stati contattati dal governo francese?  

«Dopo Nizza abbiamo avuto un incontro con l’entourage di Hollande e alti funzionari del ministero della Difesa per cercare di capire se e come potevamo aiutarli in termini di sicurezza e prevenzione».

Di cosa si occupa Fifth Dimension?  

«La nostra azienda è tra le più avveniristiche nel campo dell’intelligence. Siamo un gruppo di scienziati, informatici, dottorandi in matematica che hanno sviluppato una piattaforma basata sul deep lerning».

 

Per i non addetti ai lavori, in che cosa consiste il deep lerning e come viene utilizzato nell’intelligence?  

«In pratica raccogliamo tutti i dati che abbiamo – video, audio, foto, metadati dai cellulari – in un sistema di algoritmi realizzato da noi per cercare di prevedere, con una certa certezza, cosa succederà e quali saranno i comportamenti delle persone. Per capirci il deep learning è un campo di ricerca che ad oggi usano in pochi al mondo: lo fanno Facebook e Google ma per ragioni commerciali, per migliorare i loro servizi pubblicitari. Noi lo facciamo anche per la sicurezza».

 

Durante l’incontro Guy Caspi ci mostra su uno schermo al plasma un video-promozionale in cui, grazie alla piattaforma sviluppata dall’azienda, due attentatori vengono fermati prima di compiere l’attacco. «È un fatto realmente accaduto», sostiene.

 

Cioè mi sta dicendo che voi sareste in grado di prevedere un attentato come quello di Nizza?  

«Dipende. Se avessimo avuto tutti i dati sì. E in quel caso si è poi scoperto che i dati c’erano. Il noleggio del camion, lo strano movimento di soldi e i video del mezzo che circolava nella zona già il giorno prima. Il problema è che non erano stati messi in rete o in una piattaforma come la nostra».

Il vostro sistema, però, sembra scontrarsi con la privacy. Voi siete una società privata che offre consulenze ai governi oltre a lavorare con banche e multinazionali. Avete a che fare con i dati sensibili delle persone e in Europa c’è ancora una grossa attenzione per la tutela dei diritti e della libertà del singolo.

«Ma è proprio questo che è destinato a cambiare anche in Europa. C’è bisogno di una regolamentazione, sia chiaro. Ma il nostro sistema si fonda sull’integrazione delle informazioni. E queste informazioni devono essere disponibili. L’Europa dovrà trovare un nuovo equilibrio normativo tra tutela della privacy e sicurezza.

Altrimenti ci saranno altre vittime innocenti».

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