FORZE ARMATE, IL MINISTRO DELLA DIFESA FA IL PUNTO DELLA SITUAZIONE: RICONGIUNGIMENTO, RIORDINO, CONTRATTO, NOIPA, LICENZA SOLIDALE, ECCESSO PONDERALE E DEFISCALIZZAZIONE
L’intervento del Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, pronunciato il 13 novembre durante l’incontro con i delegati del CoCeR Interforze.
“Desidero, in primo luogo, rivolgere il mio saluto alle Autorità presenti, nonché ai Delegati CoCeR del dodicesimo mandato che hanno, ormai da qualche mese, assunto su di sé l’onere e l’onore di rappresentare le istanze dei propri colleghi. Prima di affrontare le singole tematiche che ritengo possano essere di vostro interesse, desidero chiarire che la mia azione è e sarà ispirata da tre principi che ritengo fondamentali: concretezza, rispetto e massima attenzione alle istanze del personale.
Ed è per questo motivo che ci vediamo solo oggi, benché in più occasioni abbia avuto l’istinto di procedere a questo incontro: volevo, infatti, oltre che raccogliere le vostre legittime istanze, potervi dire qualcosa di concreto.
I cinque mesi passati dal mio insediamento sono stati contraddistinti da una intensa attività che ha permesso, pur in un periodo così breve, di raggiungere quelli che ritengo siano oggi buoni risultati, destinati a diventare in futuro indicatori dell’attenzione che credo fortemente il personale in uniforme meriti.
La prima istanza a cui credo debba essere data risposta concreta è quella di conciliare pienamente il servizio con le esigenze di vicinanza ai propri affetti. In tale contesto, ho inteso agire immediatamente sulla possibilità di ricercare nuove e concrete possibilità per garantire il ricongiungimento del personale militare ai propri nuclei familiari.
Al riguardo, reputo necessario, in primo luogo, definire i reali contorni della questione, indagando:
– l’ampiezza reale del fenomeno: definendo cioè quanti militari vogliano effettivamente riavvicinarsi al luogo di origine;
– il possibile grado di adattamento: individuando, cioè tra quelli che desiderano riavvicinarsi, quanti sarebbero disposti a permanere presso il reparto di attuale assegnazione, qualora fossero garantite risposte adeguate alle loro esigenze (alloggio, lavoro per il coniuge. assistenza familiare. ecc.).
Solo una volta acquisiti questi elementi, sarà possibile individuare risposte idonee alle criticità emerse, definendo più dettagliatamente:
– i possibili interventi a quadro normativo vigente e quindi di possibile immediata adozione;
– un piano di redistribuzione omogenea degli enti e reparti delle Forze Armate, prevedendo anche la creazione dì strutture di supporto in grado di soddisfare le diverse esigenze del personale;
– un pacchetto di provvedimenti, anche di carattere normativo, che consentano un più efficace impiego del personale meno giovane, ipotizzando possibili linee di sviluppo anche in chiave dual/use;
– i costi sottesi alle diverse ipotesi formulate e le possibili forme di finanziamento interno (ove emergenti) ovvero esterne;
– i tempi necessari all’implementazione dei provvedimenti individuati.
Ho chiesto, quindi, allo Stato Maggiore della Difesa di avviare uno specifico studio, individuando provvedimenti, anche di carattere normativo, idonei al completo superamento delle criticità emerse. La questione mi sta molto a cuore e sarà mia cura aggiornarvi sugli sviluppi futuri.
Contemporaneamente abbiamo ormai quasi conseguito, in stretto coordinamento con il Ministero dell’Interno, la definizione della norma di delega per apportare provvedimenti integrativi/correttivi al riordino dei ruoli delle Forze Armate e delle Forze di Polizia. Credo sia, purtroppo, evidente a tutti che il Riordino implementato con i Decreti Legislativi 94 e 95 del 2017 ha lasciato molte istanze inevase e non ha conseguito il pieno superamento delle criticità che la riforma del 1995 aveva determinato. Peraltro le Forze di polizia hanno avuto già modo di disporle di una delega per apportare provvedimenti integrativi/correttivi che non era stata accordata alle Forze armate. Preso atto delle esigenze manifestatesi, in primo luogo ci siamo dedicati al reperimento delle risorse necessarie, riuscendo ad appostare nel decreto legge “Sicurezza” 5 M€ e nel disegno della Legge di Bilancio ulteriori 70 M€. Successivamente, è stato deliberato dal Consiglio dei Ministri il Disegno di Legge di delega e contestualmente è stato proposto un emendamento con gli stessi contenuti nell’ambito del disegno di legge di conversione del citato decreto
legge “Sicurezza”, emendamento già approvato al Senato.
Con specifico riferimento alle questioni connesse al riordino dei ruoli, ho emanato, come sapete, lo scorso 23 ottobre, il decreto relativo al concorso straordinario per il reclutamento nei ruoli marescialli per i cosiddetti “958”. Al riguardo, voglio assicurarvi di essere a conoscenza dei timori del personale interessato per quanto attiene alle eventuali prove fisiche e ai trasferimenti connessi al cambio di grado. Sono convinta della necessità che anche in questo caso sia garantita omogeneità a livello interforze, evitando disparità di trattamento tra gli appartenenti alle diverse Forze Armate e movimenti di personale che potrebbero apparire non necessari.
Sul fronte degli interventi normativi, abbiamo affrontato anche il dossier ancora aperto della così detta “coda contrattuale“, infatti, come a voi ben noto, con la concertazione 2016-2018 erano stati di fatto previsti esclusivamente provvedimenti di natura economica, rinviando la definizione degli interventi di carattere normativo ad una fase successiva della concertazione, alla quale possono essere destinate le risorse residuali pari a 6,69 M€. Al riguardo, il Governo ha deciso, rompendo uno schema, consolidato negli anni scorsi che voleva la definizione della concertazione praticamente allo scadere del periodo di riferimento, di appostare, già con la Legge di Bilancio attualmente all’approvazione del Parlamento, le somme necessarie (210 M€) per l’avvio, già all’inizio del prossimo anno, della prossima concertazione relativa al triennio 2019-2021. Per quanto riguarda tali somme, desidero sottolineare qui la mia ferma volontà di agire principalmente su tre direttrici fondamentali:
– dedicare i 6,69 M€ della coda contrattuale alla previsione, nell’ambito del FESI, di specifiche maggiorazioni a favore di particolari categorie di personale, primi tra tutti i Volontari con oltre 17 anni di servizio;
– utilizzare le somme stanziate per l’avvio della nuova concertazione al miglioramento dei trattamenti economici accessori, partendo dai gradi più bassi e attribuendo concretezza alla specificità del personale del Comparto;
– ricercare attivamente ulteriori risorse per poter completare la concertazione 2019- 2021, relativamente alla parte del trattamento economico fondamentale.
Per quanto riguarda i possibili provvedimenti che potranno trovare spazio nella prossima concertazione, credo che un intervento necessario e, tra l’altro a costo praticamente nullo, sia quello della cosiddetta licenza solidale, la possibilità, cioè, di cedere i giorni di licenza maturati a favore di colleghi in particolari situazioni di bisogno.
Ulteriore problematica che mi è parsa da affrontare immediatamente è stata quella della razionalizzazione delle procedure connesse alla corresponsione al personale della Difesa del trattamento economico attraverso il sistema NoiPA. Il passaggio al sistema NoiPA ha comportato, infatti, numerose criticità a danno del personale militare della Difesa, rese più pesanti dalla frastagliata e complessa struttura della sua retribuzione. La maggior parte dei problemi emersi fino a qui sono, a mio parere, riconducibili ad una eccessiva rigidità delle procedure, talvolta anche interne alla Difesa, a fronte della pressante esigenza di aderenza e flessibilità imposta dalla struttura del trattamento economico del personale militare, che attribuisce un elevatissima valenza alla parte accessoria della retribuzione, determinata in massima parte da variazioni di posizione d’impiego, attività svolta, effettivo orario di lavoro, ecc. Sulla questione, sono stati da subito avviati contatti con le corrispondenti strutture del Ministero dell’Economia e delle Finanze, ottenendone la piena disponibilità ad individuare nuove misure gestionali e procedurali che, attraverso la periferizzazione dei diversi adempimenti amministrativi, consentirà di ottenere la necessaria elasticità e prontezza di risposta del sistema, sia in fase di determinazione del quantum stipendiale sia in fase di corresponsione effettiva delle competenze.
In tale contesto ci adopereremo per garantire al personale il pieno conseguimento dell’obiettivo che ci siamo posti, anche oltrepassando eventuali ostacoli interni di carattere ordinativo e funzionale.
Inoltre, abbiamo avviato l’iter per conseguire la defiscalizzazione delle indennità accessorie per il personale sotto una determinata soglia di reddito. Come noto, l’intervento in questione è stato previsto dal decreto legislativo 95 del 2017 e consiste, sostanzialmente, nella riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali dovute sul trattamento economico accessorio di coloro che abbiano conseguito, nell’anno precedente, un reddito annuo complessivo lordo di lavoro dipendente non superiore a 28.000 euro. Tale beneficio interesserà complessivamente 99.156 unità di personale del Comparto sicurezza e difesa. In particolare, per la Difesa, i beneficiari per l’anno in corso saranno 77.704, di cui 66.856 appartenenti all’Esercito, alla Marina (comprese le Capitanerie di porto) e all’Aeronautica Militare e 10.848 all’Arma dei Carabinieri (compreso il ruolo forestali).
Abbandonando gli aspetti squisitamente economici, credo che un altro intervento da considerare degno di soddisfazione è dato dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dei ruoli del personale collocato in ausiliaria, avvenuta lo scorso 14 settembre. In tal modo, tutte le amministrazioni pubbliche, nazionali e locali, potranno utilizzare il personale militare in ausiliaria nell’ambito del comune o della provincia di residenza in incarichi adeguati al ruolo e grado rivestito. La Direzione Generale per ilPersonale Militare sta ora compilando la relativa circolare interministeriale che disciplina le procedure operative.
Altra questione che ritengo da affrontare è quella della tutela dei militari colpiti da patologie in relazione all’esposizione ad agenti nocivi e di rischio ambientale durante il servizio. In passato, la questione è stata oggetto di approfondimento da parte dì quattro Commissioni di Inchiesta Parlamentare. Tuttavia i provvedimenti individuati hanno consentito di affrontare solo parzialmente le diverse problematiche individuate. In tale quadro, saranno a breve avviati, a cura di uno specifico tavolo tecnico costituito da rappresentanti di tutte le articolazioni della Difesa coinvolte nella trattazione della problematica, approfondimenti che consentano di definire un provvedimento normativo in grado di garantire la massima tutela possibile al personale e la definizione di procedure che permetteranno l’eliminazione del voluminoso contenzioso creatosi sulla tematica.
Un ulteriore intervento è stato previsto per uniformare a livello interforze il trattamento dei casi di eccesso ponderale del personale. Ad oggi, solo l’Esercito si è dotato di una specifica direttiva per trattare i militari in condizione di sovrappeso, ovvero, di obesità più o meno grave. La relativa disciplina ha determinato, in sede di applicazione, l’emersione di alcuni effetti distorsivi che vanno dalla reale possibilità per il personale di perdere l’idoneità al servizio, con la conseguente perdita dello status di militare e, in alcuni casi, addirittura del posto di lavoro, sino all’utilizzo distorto degli strumenti individuati dall’Amministrazione per il rientro in valori di Indice di Massa Corporea, in particolare la licenza di convalescenza concessa in tali casi per un periodo sino a 180 giomi.
La situazione delineata mi ha indotto a chiedere allo Stato Maggiore della Difesa di emanare una propria direttiva volta ad indicare alle Forze Armate/Arma dei Carabinieri i criteri da seguire nell’emanazione di proprie circolari, tra i quali dovranno essere tenuti in opportuna considerazione l’età del militare, l’incarico assegnato, l’effettiva possibilità di praticare adeguata attività fisica, ecc. (nel contempo ho chiesto già di sospendere la vigenza delle direttive attualmente vigenti in materia).
Altra questione che ritengo debba essere affrontata con immediatezza è quella dell’attribuzione di un nuovo incarico agli Aiutanti di Sanità. La questione, che a quanto mi risulta riguarda solo l’Esercito, potrebbe comportare notevoli criticità sul fronte giudiziario, con particolare riguardo all’esercizio abusivo della professione sanitaria. Ho chiesto ai miei Uffici di acquisire tutte le informazioni disponibili presso lo Stato Maggiore dell’Esercito. La questione sarà da me personalmente seguita.
Infine, veniamo all’argomento che probabilmente riguarda più da vicino le sorti degli organismi di Rappresentanza. Lo scorso 11 aprile, come sapete tutti, la Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto ai membri delle forze armate di costituire delle organizzazioni sindacali autonome, dichiarando parzialmente fondata la questione di legittimità costituzionale di un articolo del Codice dell’ordinamento militare che vieta ai militari di costituire o aderire ad associazioni a carattere sindacale. In esito a tale pronunciamento, ho emanato una specifica circolare che, a quadro normativo vigente, consente l’avvio delle procedure di costituzione e il riconoscimento delle Associazioni professionali tra militari a carattere sindacale. I prossimi passi dovranno riguardare la costruzione di un quadro normativo che disciplini compiutamente la materia ed in tale percorso è mia convinta opinione che la Rappresentanza Militare debba occupare un ruolo da protagonista, fornendo al Parlamento, nei modi previsti, il proprio fondamentale contributo per creare un sistema di rappresentanza dei lavoratori con le stellette che sappia contemperare le esigenze di tutela con quelle connesse alla specificità del Comparto difesa e sicurezza.
Sia chiaro che non sono qui oggi per appuntarmi medaglie ma unicamente per darvi conto di quanto compiuto sino ad ora, per illustrarvi cosa ritengo necessario conseguire per il futuro e per raccogliere i vostri preziosissimi suggerimenti e le istanze ulteriori del nostro personale. Le sfide che ci attendono sono ardue e potremo, insieme, raggiungere i successi sperati e meritati solo se le nostre azioni future saranno ispirate alla franchezza, all’apertura mentale e sorrette da tanto coraggio. Grazie a tutti per l’attenzione.”