Politica

Forze Armate e di Polizia, ansia per vicende accadute in servizio ed il timore di essere riformati

Proseguono i lavori in Commissione Difesa in merito alla risoluzione riguardante le iniziative volte ad assicurare supporto psicologico al personale militare.

Nell’ultima seduta il deputato Roberto ROSSINI (M5S) ha sottolineato come, attraverso l’attività conoscitiva svolta dalla Commissione e le varie ricerche effettuate e gli approfondimenti personalmente condotti, abbia potuto comprendere che le diagnosi di disturbi psicologici quali lo stress post traumatico, i disturbi della personalità e l’ansia sociale, sono quasi inevitabilmente seguiti da un forte senso di timore nel denunciare la patologia.

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Ha osservato, poi, che quando questo accade sui posti di lavoro e, in particolare all’interno dei reparti dell’Esercito, dei Carabinieri, della Marina militare e dell’Aeronautica, ma anche della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza e della Polizia Penitenziaria, si è di fronte a un problema ancora più delicato.

Ha riferito, in particolare, che un appartenente alle Forze dell’ordine gli ha raccontato una vicenda accaduta mentre era in servizio, nella quale gli capitò di assistere a un incidente mortale, connotato da particolari raccapriccianti, cui sopravvisse solo un ragazzo. Questa vicenda rimase impressa nell’agente, che a lungo pensò al proprio figlio e a che cosa sarebbe potuto accadere se questo fosse successo a lui. Non trovò né il coraggio, né le disponibilità economiche per rivolgersi a un professionista, né si rivolse alla struttura pubblica, nel timore di essere riformato.

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Situazioni di disagio psicologico si verificano più facilmente in un ambiente fortemente gerarchizzato e caratterizzato da una compressione, spesso eccessiva, dei diritti civili e sociali, come quello militare. Il deputato ha quindi chiesto di rinviare la conclusione dell’iter della risoluzione, anche al fine di effettuare le ultime valutazioni e poter mandare un messaggio forte e chiaro a tutte le donne e gli uomini delle Forze armate, nella consapevolezza che i benefici che potrebbero derivare da questa discussione non avranno effetti solo su quest’ultimi ma anche sulle loro famiglie, sul sistema sanitario e sull’intera difesa.

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