Difesa

Forze Armate, 21 sindacati Verso i tavoli sugli Accordi

Entra nel vivo l’era dei sindacati militari. Via libera dalla Funzione pubblica, con la firma ieri del ministro Paolo Zangrillo, ai due decreti sulla rappresentatività delle associazioni professionali a carattere sindacale tra militari – 21 in tutto (di cui uno interforze) – che sbloccano l’iter per l’apertura delle trattative sui nuovi Accordi per il comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico.

Per l’Esercito le associazioni professionali riconosciute rappresentative a livello nazionale (ossia con iscritti al 31 gennaio che raggiungono almeno la soglia del 2% del personale in servizio, ma dal 27 maggio 2025 la quota dovrà salire al 4 %, tranne che per le associazioni interforze) sono sei:

– Itamil
– Siamo Ei
– Aspmi
– Lrm
– Usmia
– Sam.

Per la Marina sono tre:

– Sinam
– Sim Mm
– Usmia.

Per l’Aeronautica quattro:

– Amus Am
– Usami Am,
– Siam
– Siulm.

Quanto alle Forze di Polizia a ordinamento militare, sono sette i sindacati dell’Arma:

– Sim Cc
– Usic
– Psc Assieme,
– Unarma
– Nsc
– Siul Cc
– Usmia )

Tre quelli della Guardia di Finanza:

– Usif
– Cgs (Sinafi -Cgs)
– Silf.

Con l’addio ai Cocer e l’attuazione della legge 46/2022 che ha sancito la libertà sindacale anche per i militari, si apre dunque una nuova fase: una volta pubblicati i decreti Pa in Gazzetta, la Funzione pubblica potrà convocare i tavoli. Sul piatto per i circa 450mila lavoratori del comparto ci sono 1,5 miliardi, il 32% dei 5 miliardi stanziati in manovra per i rinnovi contrattuali dei dipendenti Pa, sanità esclusa.

La partecipazione al tavolo contrattuale

L’apertura del tavolo per il rinnovo contrattuale sarà quindi la prima vera sfida per queste neonate sigle sindacali, che si troveranno a confrontarsi con una trattativa complessa mentre ancora sono in fase di rodaggio.

In particolare, a creare incertezza è la questione delle licenze sindacali. Attualmente, i rappresentanti hanno a disposizione solo 9 giorni al mese per svolgere attività sindacale, un lasso di tempo insufficiente per preparare una piattaforma contrattuale articolata e partecipare poi attivamente al tavolo negoziale.

La licenza scadrà nel mese di giugno. Non è ancora chiaro se verrà prorogata e, soprattutto, se verrà trasformata in modo da garantire ai rappresentanti sindacali la possibilità di dedicarsi a tempo pieno alle relazioni sindacali.

Senza un impegno full-time, infatti, elaborare proposte dettagliate su temi complessi come salario, orario di lavoro, progressioni di carriera, tutele e welfare sarà impossibile.

Ecco perché, a pochi giorni dall’avvio del confronto per il rinnovo contrattuale, vi sono ancora molti interrogativi da sciogliere sulle modalità di partecipazione delle associazioni sindacali. Il Ministero, convocando presto le parti, dovrà definire condizioni eque per un dialogo costruttivo, che porti a un accordo soddisfacente per i lavoratori della Difesa e della Sicurezza. Le sigle sindacali auspicano risposte rapide, per poter finalmente avviare un confronto di merito sui contenuti della piattaforma per il rinnovo del contratto.

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