Avvocato Militare

“Finti” certificati medici per non andare al lavoro. Maresciallo assolto dal tribunale militare. Le motivazioni

I fatti della vicenda si riferiscono a un maresciallo maggiore della Guardia di Finanza di stanza in una caserma del Nord Italia, al centro di un’indagine per aver presentato (presunti) certificati medici falsificati allo scopo di assentarsi dal servizio. Secondo le accuse, l’uomo avrebbe simulato vari disturbi e malattie per sottrarsi alle sue responsabilità lavorative. Dopo mesi di indagine da parte degli investigatori, il tribunale ha concluso che il fatto non sussisteva e ha quindi assolto il militare da tutte le accuse.

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L’accusa e le Patologie

Il maresciallo era stato accusato di aver simulato per 3 anni (dal maggio 2018 a novembre 2020) varie patologie, dalla cervicalgia acuta alle vertigini, dal blocco lombare cervicale a poliartralgie, presentando dunque dei certificati per non presentarsi al lavoro ma continuando così a percepire lo stipendio. Secondo l’accusa i certificati attestavano della patologie inesistenti. Così il maresciallo delle fiamme gialle è finito al banco degli imputati con l’accusa di truffa e simulazione di infermità.

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Le motivazioni dell’assoluzione

Il sottufficiale è stato assolto dal Tribunale militare di Verona con la motivazione che il fatto non sussiste. L’accusa di aver simulato varie malattie e presentato certificati medici per assentarsi dal lavoro, volontariamente o comunque non giustificabili da veri motivi di salute, è stata smentita. Gli esperti hanno affermato in sede giudiziale che i certificati medici erano autentici e risultavano essere il frutto di una vera diagnosi medica. La vicenda giudiziaria, durata tre anni con il pm che aveva chiesto una condanna di 3 anni di reclusione, si è conclusa  quindi con un nulla di fatto. Il  militare è riuscito a dimostrare, grazie anche all’ingente documentazione medica in possesso della Guardia di Finanza, che le malattie erano veritiere tanto che al maresciallo era stata riconosciuta anche la causa di servizio. La vicenda si è conclusa con la piena assoluzione.

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