Sindacati Militari

Defiscalizzazione (491 euro) e Fondino in busta paga. I Dirigenti delle Forze Armate restano penalizzati

L’Associazione Sindacale del Personale Militare Italiano (ASPMI) aveva già anticipato che il mese di febbraio 2023 avrebbe portato un aumento di 491 euro delle buste paga del personale militare con un reddito annuo inferiore a 28974€. Aumento dovuto allo sgravio fiscale applicato a seguito della riduzione dell’imposta del reddito delle persone fisiche e delle addizionali regionali e comunali al personale delle Forze di Polizia e delle Forze Armate, di cui all’articolo 45, comma 2, del decreto legislativo n. 95 del 29 maggio 2017.

La norma, ottenuta con impegno e tenacia durante la stesura del provvedimento del riordino dei ruoli, concede un beneficio fiscale e previdenziale per i redditi inferiori a 28000 euro, importo poi innalzato in virtù degli incrementi contrattuali a 28974 euro e di cui i fondatori dell’ASPMI, Francesco Gentile e Leonardo Mangiulli, ne vantano la paternità.

Pertanto, quest’anno il personale con un reddito inferiore a 28974 euro nell’anno 2021, percepirà nella busta paga del mese di febbraio uno sgravio fiscale nella misura massima di 491 euro (importo variabile in base alla propria capienza IRPEF) e legato, nella sua misura sia ai percettori (quest’anno per il Comparto Difesa pari a 49.227) che ai fondi stanziati dai Dlgs 95 del 2017 e 172 del 2019.

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Il fondino per i dirigenti

Nel mese di febbraio anche i Dirigenti, per il momento vi è certezza solo per l’Arma dei Carabinieri, riceveranno in busta paga il c.d. “fondino”.

ASPMI ricorda che il provvedimento economico, istituito attraverso l’art.10 del Decreto Legislativo 29 maggio 2017 n.94 il quale ha inserito l’art.1826-bis nel Decreto Legislativo 15 marzo 2010 n.66, è riferito ai soli gradi di Maggiore e Tenente Colonnello.

Le cifre si differenziano tra la “quota base” che attribuisce un compenso mensile al Maggiore pari a 20 euro e al Tenente Colonnello pari a 30 euro e la “maggiorazione” che è pari al 70% per il personale che ricopre mansioni ordinativamente previste per un grado superiore; al 70% per il personale che, pur ricoprendo incarichi previsti dalla determina del Capo di Stato Maggiore della Difesa, non percepisce l’indennità supplementare di comando in quanto non sono soddisfatti i requisiti richiesti; al 40% per il personale percettore dell’indennità supplementare di comando.

È evidente una grossa sperequazione in termini di trattamento economico tra il personale Dirigente delle Forze Armate e quello delle Forze di Polizia, sia ad ordinamento militare che civile e sulla quale ASPMI promette dure rivendicazioni.

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Il personale Dirigente delle Forze di Polizia ad ordinamento militare e civile si è visto incrementare il provvedimento economico c.d. “fondino” in modo abbastanza cospicuo grazie al Decreto “Sostegni-Bis” il quale, in piena emergenza COVID, quando i militari erano in prima linea a sostegno della popolazione e alla lotta al terribile virus che stava mettendo in ginocchio il Paese, ha aumentato di circa 9 milioni di euro il compenso solo ai Maggiori e Tenenti Colonnelli e gradi corrispondenti della Polizia di Stato, dell’Arma dei Carabinieri, del Corpo della Guardia di Finanza e del Corpo della Polizia Penitenziaria.

Ciò ha segnato un netto distacco tra le Forze Armate e le Forze di Polizia e ha dimostrato mancanza di attenzione da parte di una politica miope e iniqua che ha creato disparità all’interno di uno stesso Comparto.

Questo dimostra – sottolinea ASPMI – che un Sindacato non può che essere di una singola Forza Armata per poter tutelare, evitando compromessi al suo interno, il personale dell’Esercito Italiano e rappresentarlo in maniera trasparente, determinata ed efficace. Siamo – conclude ASPMI – certi che il pagamento per il personale Dirigente dell’Esercito avverrà con le stesse modalità del personale delle Forze di Polizia ad ordinamento militare. Qualora ciò non avvenisse, Aspmi sarà pronta ad intervenire per garantire l’equità di trattamento.

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